Siamo ad Anarene, la cittadina texana di L'ultimo spettacolo, storia di speranze e frustrazioni dei giovani locali nell'anno 1951. Ora, trent'anni dopo, alcuni se ne sono andati, altri si sono ammogliati, altri sistemati più o meno bene. Ma le frustrazioni sono maggiori delle speranze.
Note
Tratto dall'omonimo romanzo di Larry McMurtry, vincitore del premio Pulitzer e già autore del romanzo da cui Bogdanovich aveva tratto L'ultimo spettacolo (1971).
Bogdanovich firma questo seguito, in cui si ritrovano alcuni personaggi (maturati, ma non proprio felici) di quella vicenda collettiva, e altri nuovi: ma il microcosmo è sempre quello e il tempo sembra non essere trascorso in questo angolo dell'America. Comunque il risultato di allora era meglio.
Un Bogdanovich impresentabile, Non solo non raggiunge i livelli dello splendido Ultimo Spettacolo (impresa disperata, dato che si tratta di uno dei momenti più riusciti nella Storia del grande cinema USA di tutti i tempi, anche se aprì una strada talmente sofisticata che non fu battuta a sufficienza negli anni a seguire), ma non ci prova nemmeno. Puntando tutto sulla… leggi tutto
L’ultimo spettacolo trent’anni dopo: qualcuno ha fatto fortuna, qualcuno meno, nessuno è veramente felice. Il film si potrebbe tranquillamente liquidare con una parola: inutile. Ma questo sarebbe solo il (peraltro legittimo) punto di vista dello spettatore, che prescindesse dal palpabile amore di Bogdanovich per i suoi personaggi e in particolare, inutile negarlo, per Cybill… leggi tutto
L'ultimo spettacolo 33 anni dopo.In realtà tra questo Texasville e L'ultimo spettacolo di anni ne sono passati appena 20,ma non ha importanza.Tanto ad Amarene 20,33 o anche di più non cambia.E'tutto profondamente immutabile anche se tutto diverso:è un pò il concetto dell'evoluzione ne Il Gattopardo:cambiare tutto affinchè nulla cambi.Forse questo è il problema di tutta la provincia… leggi tutto
Ebbene si, il primo mese del'anno nuovo ci consegna la prima perdita ullustre della settima arte; Peter Bogdanovich, regista, nonchè il più grande teorico della Nuova Hollywood, la vera mente dietro tale…
Nello stesso paesino di provincia americano dove trent'anni prima (nel film, ma nella realtà sono soltanto 20) si intrecciavano le vicende dei personaggi dell'Ultimo spettacolo, Bogdanovich fa un nuovo sopralluogo. E scopre una generazione di beautiful losers, di cui racconta i rimpianti, i fallimenti e le amarezze senza indulgere al sentimentalismo e facendo a meno di una vera e propria…
L’ultimo spettacolo trent’anni dopo: qualcuno ha fatto fortuna, qualcuno meno, nessuno è veramente felice. Il film si potrebbe tranquillamente liquidare con una parola: inutile. Ma questo sarebbe solo il (peraltro legittimo) punto di vista dello spettatore, che prescindesse dal palpabile amore di Bogdanovich per i suoi personaggi e in particolare, inutile negarlo, per Cybill…
Un Bogdanovich impresentabile, Non solo non raggiunge i livelli dello splendido Ultimo Spettacolo (impresa disperata, dato che si tratta di uno dei momenti più riusciti nella Storia del grande cinema USA di tutti i tempi, anche se aprì una strada talmente sofisticata che non fu battuta a sufficienza negli anni a seguire), ma non ci prova nemmeno. Puntando tutto sulla…
L'ultimo spettacolo 33 anni dopo.In realtà tra questo Texasville e L'ultimo spettacolo di anni ne sono passati appena 20,ma non ha importanza.Tanto ad Amarene 20,33 o anche di più non cambia.E'tutto profondamente immutabile anche se tutto diverso:è un pò il concetto dell'evoluzione ne Il Gattopardo:cambiare tutto affinchè nulla cambi.Forse questo è il problema di tutta la provincia…
Inutile sequel di “L’ultimo spettacolo”. Impossibile riprendere il discorso vent’anni dopo: il contesto è cambiato, così come quel tipo di cinema. Difatti e inevitabilmente il film prende una strada meno amara e meno crepuscolare, ma risulta solo vacuo e poco ispirato.
Il sequel de "L'Ultimo Spettacolo" non delude le aspettative. In meno c'è la nostalgia dell'originale verso un mondo, e un modo di fare cinema, ormai persi per sempre, ma resta l'ambiguo, e pessimista, ritratto, di una società, e di un paese, rimasto immutato e fossilizzato, con poche speranza da riporre nei giovani.
Più ironico rispetto al precedente, e solo per chi sa a memoria…
Peter Bogdanovic nel 1972 realizzò un bellissimo e grande film:"L' ultimo spettacolo".Quel film è rimasto la tessera di riconoscimento di questo autore americano.Cosi',quasi 20 anni dopo,ha voluto girare una specie di sequel.In "Texasville" buona parte della malinconia che si respirava in "L' ultimo spettacolo" sparisce,per dar spazio ad un pizzico di umorismo in più.Ma questo "Texasville" si…
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Commenti (1) vedi tutti
Tratto dal romanzo di Larry McMurthy, il film è prolisso e le vicende, anche per chi ha goduto dell'Ultimo spettacolo, noiose e ripetitive.
leggi la recensione completa di barabbovich