Regia di Ferdinando Baldi vedi scheda film
C'è ben poco di interessante (e molto meno di originale) in questo dozzinale spaghetti western, girato nel periodo che rappresenta l'apice quantitativo per il filone e costipato di luoghi comuni oramai già stravisti: la sete di vendetta personale, le rocambolesche scene di azione, il preventivabilissimo colpo di scena verso il finale e perfino il duello conclusivo che vede ovviamente trionfare come sempre i buoni. Arrabbiati, violenti, impietosi, ma pur sempre nel giusto e in quanto tali buoni. Franco Nero è una delle poche ragioni sensate per mettersi alla visione di questo Texas, addio; al suo fianco c'è il quasi esordiente Alberto Dell'Acqua, che non convince per nulla, e nel resto del cast prevale la mediocrità. Tanta azione, si diceva, e questa è in fondo una nota positiva per Baldi, che già veniva dai peplum e dalle pellicole di avventura - tutte produzioni rigorosamente di serie B - e che pertanto disponeva delle sufficienti capacità per mettere in scena ritmo, cazzotti e acrobazie varie. Il regista firma anche soggetto e sceneggiatura, insieme a Franco Rossetti; fotografia di Enzo Barboni, montaggio di Sergio Montanari, per un lavoro che si presuppone girato con notevole fretta. "Texas, addio" sono le ultime parole pronunciate in punto di morte da uno dei personaggi chiave. 2,5/10.
Un pistolero va a caccia del bandito che uccise suo padre; a lui si unisce il fratello minore, che però nasconde - anche a sè stesso - un inquietante segreto.
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