Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Tra alti e bassi, è un western più che sufficiente soprattutto grazie a uno spiccato senso dell’ironia e alla presenza di un Clint Eastwood ancora una volta nei panni dello “straniero senza nome” (anche se, questa volta, un nome ce l’ha).
Sceneggiatura più che sufficiente, col pregio di caratterizzare con cura i vari personaggi e sviluppare un soggetto più vicino allo spaghetti western che al canonico western a stelle e striscie.
Regia un po’ discontinua, Eastwood si rivela legato al taglio europeo (vedi il prologo, a esempio, con soggettive dai punti di vista dei protagonisti e MDP in continuo movimento), ma pare non essere troppo convinto nel percorrere questa via; ne deriva, così, più di un calo di ritmo.
Discreta la fotografia, mediocre la colonna sonora (ed è un peccato, perché il film ne risente molto). In palla gli attori, soprattutto il “vecchio” indiano.
L’opera – ad avviso di chi scrive - sarà velatamente citata da Valerio Evangelisti nel suo romanzo “Black Flag”.
Nel complesso, merita una visione. Voto: 7
Colonna sonora. La renderei più poetica e malinconica.
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