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A Good Marriage

Regia di Peter Askin vedi scheda film

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Scarlett Blu

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su A Good Marriage

di Scarlett Blu
7 stelle

Sceneggiatura di Stephen King, per un thriller tratto da un suo racconto; punto di vista insolito quello femminile, una donna sposata felicemente, che si ritrova a fare i conti con una scoperta che mette in discussione tutto quello che si credeva certo, perché la normalità nasconde l'orrore.

 

Premetto che l'unico romanzo che ho letto anni fa di Stephen King, è 'La metà oscura', e non lo ricordo neppure benissimo, non mi sono mai approcciata ad altre sue opere, un po' perchè non amo l'horror, - cosa vera per quello cinematografico, ma per le opere letterarie non sempre vale lo stesso discorso, infatti amo leggere i racconti di Poe - un po' perchè non amo lo stile di King, e in libreria mi sono trovata a sfogliare il romanzo sbagliato.

 

'A good marriage' è tratto dal racconto omonimo dello scrittore che firma la sceneggiatura della pellicola, un thriller che a mio parere è interessante perchè sposta il punto di vista sulla figura femminile, prima moglie ignara e felice di un serial killer, madre di due figli avuti da questa duratura relazione serena e apparentemente normale, dopo testimone consapevole di un'orribile realtà a seguito di una clamorosa scoperta.

 

Joan Allen

A Good Marriage (2014): Joan Allen

 

 

Non ci viene mostrata la brutalità del marito/killer, semmai solo suggerita, lasciata più alla nostra intuizione e ai sogni/incubi della moglie, lasciandomi personalmente nel dubbio se sia realtà o finzione quella che stiamo osservando.

Su questa ambiguità il film gioca molto, al limite della confusione, per me un po' voluta e costruita, magari non proprio perfettamente, ma di sicuro efficare, se mi ha lasciato pensare anche ad altro (chi è davvero il mostro?) e curiosamente, l'azione non si sposta quasi mai fuori dalle mura della casa; in fondo, potrebbe essere tutto frutto dell'immaginazione della protagonista, che trova prove, scopre dettagli, cerca notizie degli omicidi su internet.

 

 

Nessuno parla di questo presunto mostro, e chi lo cerca è solo un vecchio investigatore, altrettanto ambiguo, che compare in un paio di scene.

 

Si crea così, un confine che resta molto labile e incerto di fronte alla reazione 'inverosimile e tranquilla' del marito che viene scoperto, e quella della moglie, che sembra spaventata, ma disposta ad accettare qualcosa che non può combattere, e diventare complice ipocrita e silenziosa dell'orrore, fingendo che tutto sia normale a sempre.

 

La tensione del film è giocata tutta sulla scoperta, sulla presa di coscienza della protagonista che si trova a fare i conti con un vissuto costruito sulle menzogne, falsità che si devono nascondere per tutelare i figli e il loro futuro rispettabile, e se all'inizio pare presa in contropiede e incapace di reagire, lentamente con lucidità, troverà la forza di ribaltare la situazione in modo inaspettato, e compiere una scelta che io non sono riuscita a condannare.

 

Magari è esecrabile, ma comprensibile che una madre possa ragionare così, per il bene dei figli, ed è anche legittimo che una donna, moglie potenziale vittima di un marito omicida, si ribelli e decida di attuare una soluzione (o vendetta?) che non è solo personale, ma riscatto di tutte le vere vittime. Un fardello che alla fine porterà da sola.

 

Un film che in definitiva mi è piaciuto, e che per alcuni aspetti mi ha sorpreso.

 

 

PS. scusate, vorrei rispondere ai commenti della mia ultima recensione, ma non posso perchè quando la apro, il sito mi rimanda a una pagina diversa... non so perchè.

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