Regia di Peyton Reed vedi scheda film
(altri) Super insetti
Confesserò subito che, prima del battage promozionale del film nel 2015 e l’inserimento dello stesso nel MCU, non avevo mai sentito parlare di Ant Man. L’unico insetto (aracnide, per essere precisi) Marvel, fino ad allora a me noto, era esclusivamente l’immarcescibile Spider Man (di quartiere). Pensai però che la Disney, allo scopo di espandere ulteriormente l’universo super-eroico della serie di film iniziata ormai nel lontano 2008, stesse ormai raschiando il barile delle idee fumettistiche create da Stan Lee e soci; invece, seppur in schemi narrativi usuali, le avventure cinematografiche del “minuscolo” protagonista si sono rivelate una discreta sorpresa.
Merito, probabilmente, della sceneggiatura scritta (in collaborazione con Joe Cornish) da Edgar Wright (iniziata addirittura nei primi anni 2000 e terminata nel 2013), che doveva essere anche il regista della pellicola prima dell’abbandono nel 2014 per divergenze creative con la produzione; impianto sceneggiativo quindi solido, palesemente sbilanciato sul versante ironico e giocoso, che ha consentito al regista sostituto Peyton Reed (un carneade nel cui “carniere” vi sono “Ragazze nel pallone” del 2000 – titolo originale “Bring it On”, il cui unico pregio immagino sia di avere Kirsten Dunst nl cast – e “Yes man” del 2008 con Jim Carrey) di “traghettare” il film agevolmente lontano dalle secche dell’ininfluenza.
Ma anche merito di un’idea fondativa (il personaggio del fumetto nasce nel 1962) comunque solida e originale: il super (piccolo) protagonista miniaturizzato alle prese con un mondo prospetticamente diverso dalla normale visuale umana, è infatti un epigono (ultra) pop della fantascienza di Matheson (il romanzo “The incredible Shrinking Man” - titolo italiano “Tre millimetri al giorno” - del 1956 e la sua omonima riduzione cinematografica del 1957 di Jack Arnold - “Radiazioni BX: distruzione uomo” il titolo italiano) ma appare anche ispirato, dagli albori della serialità televisiva moderna, al personaggio di Elvin “El” Lincoln nel telefilm “Misfits of Science” del 1985 (interpretato da Kevin Peter Hall, un gigante di oltre due metri che si rimpiccioliva fino all’altezza di pochi pollici) oltre che ad altre pellicole sull’infinitamente microscopico (“Viaggio allucinante” di Fleischer del 1966, “Salto nel buio” di Joe Dante del 1987, etc).
Ispirazioni convertite abilmente in un prosaico film super-eroico, che si fa apprezzare per la già citata solidità narrativa, le derive comedy, le serrate sequenze d’azione in luoghi normalmente poco frequentati in ambito Marvel (fogne, tubature e scarichi) e un paio di situazioni stuzzicanti: la lotta sulla pista giocattolo (nei suoi continui meta-ribaltamenti strutturali tra ininfluenza fisica e distruzione “reale”) e la breve sequenza nel “fantastico” mondo quantico.
Nell’affiatato cast (tra cui anche Bobby Cannavale e Corey Stoll) spiccano senz’altro un gigione Michael Douglas ed il trio di simpatici comprimari Michael Pena, Tip harris e Wood Harris (il mitico spacciatore Avon Barksdale di “The Wire”), mentre più convenzionali – ma comunque in parte – i protagonisti Paul Rudd ed Evangeline Lilly.
“Ragioniamo: ricordate cosa ha fatto l’iceberg ? Si, ha ucciso Di Caprio”.
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