Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Un De Sica poco conosciuto, una bellissima sorpresa; si torna a una vicenda di stampo neorealista, in un’Italietta ancora lontanissima dal boom, ma il tono si fa più leggero rispetto a qualche anno prima. Due sposini, che non riescono ad avere un po’ d’intimità (allora non si usava il termine “privacy”) nell’affollatissima casa dei genitori di lui, decidono di approfittare di una norma che tollera la costruzione di una casa abusiva, purché venga completata fino al tetto in una sola notte. Detto così sembra una goliardata, invece è un’avventura che può sfociare nel dramma (come succede a chi non ce l’ha fatta e si vede abbattere le quattro mura tirate su): bisogna indebitarsi per comprare le materie prime, cercare manodopera e soprattutto evitare i controlli dei poliziotti, che passano immancabilmente alle 8 del mattino ma che possono capitare a sorpresa anche prima. Per aiutare i due si forma una catena di solidarietà fra poveri, che coinvolge i colleghi muratori di lui, il cognato con cui avevano litigato, i nuovi vicini, infine il poliziotto che finge di non vedere che la copertura non è ancora stata terminata; ma ci sono anche i maligni, fra cui un abusivo prepotente e ben vestito che sembra il Paolo Stoppa con cilindro di Miracolo a Milano. Il film è tenero e commovente; gli attori sono perfetti ignoti, e per molti di loro questa resta l’unica esperienza cinematografica.
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