Regia di Duccio Chiarini vedi scheda film
17 anni e un’estate davanti, Edo ha gli stessi problemi della maggior parte dei suoi coetanei, tra cui: un amico smargiasso che si crede playboy; una vicina di casa troppo carina che forse ci sta, forse no; la verginità. Ma l’illibatezza di Edo non è questione di timidezza: per dirla con Elio e le Storie Tese, «soffre le pene per colpa del pene», un prepuzio troppo stretto che gli causa dolori atroci a ogni sollecitazione. I tentativi di darsi piacere gli provocano solo frustrazione e indolenzimento;?di fare l’amore con la ragazza che gli piace non se ne parla nemmeno; d’altronde, il piccolo intervento chirurgico necessario a risolvere il problema dovrebbe essere autorizzato dai genitori e la vergogna è troppa. L’esordio nel lungo di fiction del fiorentino Chiarini ha il realismo schietto di un racconto di formazione di provincia, ancorato al territorio (siamo a Marina di Pisa) senza fare macchietta della sua regionalità; i suoi giovani protagonisti, prede di voglie e di timori, sono scritti con grazia e inquadrati con onestà, perfino quando la lotta di Edo col suo membro inutilizzabile sfiora il grottesco (per fare pratica tenta di deflorare un polipo fresco di giornata). Non c’è umorismo triviale, né la rincorsa di modelli d’oltreoceano, ma un’economia narrativa mirabile: il romanzo agrodolce su un ragazzo in cerca della prima volta trascolora in malinconica parabola sulla tristezza che accompagna la scoperta del desiderio e, con essa, la perdita dell’innocenza.
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