Regia di Gianni Siragusa vedi scheda film
Quinta e ultima regia cinematografica (seguirà, oltre un decennio più tardi, un lavoro televisivo) per Gianni Siragusa, mestierante semplicemente disastroso con un trascorso non esaltante in fase di scrittura; qui Siragusa si diletta anche come sceneggiatore, insieme all'autore del soggetto Piero Regnoli, altro nome che di per sè è già una garanzia di sfacelo, profetico come Cassandra. Se la trama può vagamente ricordare Malizia (Salvatore Samperi, 1973) e il filone pruriginoso-domestico che ne conseguì, la realizzazione approssimativa della pellicola qui non lascia dubbio alcuno sulle idee alla sua base: poche, grezze e povere. Una confezione che non ha nulla da invidiare a quella di un prodotto pornografico si associa ammirevolmente a contenuti largamente banali ed esposti con una sciatteria che lascia allibiti; la storia consta fondamentalmente di una serie di scenette erotiche di squallido voyeurismo da commedia scollacciata, legate assieme alla meno peggio. Il cast non è neppure di serie Z, si accontenta della B: Gabriele Tinti, Malisa Longo, Christian Borromeo, Dean Stratford (cioè Dino Strano) e Paul Muller sono comunque un reparto interpreti degno di miglior fine. In ogni caso, meglio tacere completamente sul finale, demenziale a oltranza e degno del titolo, che riassume in effetti lo spirito dell'intero lavoro. 1/10.
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