Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un giorno, in quarta ginnasio, la professoressa Talluri, inglese, ci diede un compito in classe: "Parla di un personaggio famoso". Dato che era l'idolo di mio padre, e che apparteneva al mondo anglosassone, parlai di Frank Sinatra. Il cantante. Mi era sembrata un'ottima idea. Ma nonostante nel compito ci fosse solo qualche leggera imperfezione, il voto fu 4, perché "Frank Sinatra è un mafioso". Ora, mi appare altrettanto demenziale condannare la pellicola in oggetto con accuse di militarismo, agiografia, imperialismo ed altre amenità di questo genere. Forse i detrattori di Eastwood si scagliano parimenti contro Leni Riefenstahl per "Olympia" o contro Sergej Michajlovi? ?jzenštejn per "La corazzata Potëmkin" per gli stessi motivi? O forse gli stessi realizzerebbero una versione cinematografica di "Mein Kampf" senza parlare di lebensraum?
Non puzza forse di vetero sessantottismo questa disparità di trattamento? Il problema sta nel soggetto, che è quello che è, un libro autocelebrativo, scritto da qualcuno che non era affatto un eroe, dato che la pubblicazione ha generato controversie giudiziarie per calunnia ed indebito arricchimento e che i proventi delle vendite, sulla carta destinati alla Veteran's Charity, sono stati trattenuti per il 98% dalla famiglia. Un libro che sa di fiction, scontato, con l'inizio che richiama molto da vicino "Il Nemico Alle Porte", con le solite diatribe tra moglie e marito, e prevedibilissime scene di guerra. Un autore che si vanta di aver ucciso 255 persone, mentre il Pentagono glie ne riconosce "solo" 160. Non si cava sangue da una rapa. Guarda caso, sembra che il soggetto sia stato prima proposto a Spielberg, che ha saggiamente rifiutato. Tra l'altro, il "povero" Clint cerca di mitigare lo spirito del libro, si inventa il dubbio, il rimorso, la coscienza dove non ci sono affatto, insomma fa quel che può per mascherare la vera natura dell'uomo Chris Kyle, che non si è mai posto questi interrogativi. L'operazione viene salvata sostanzialmente dalla parte tecnica, fotografia, montaggio, regia sono ovviamente di alto livello, ma non altrettanto lo sono le interpretazioni: Sienna Miller ha qualcosa di leggermente urticante, e Bradley Cooper ha due espressioni: una col fucile e una senza fucile.
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