Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Bisogna partire dal presupposto che American Sniper è un film totalmente americano. Lo è banalmente fin dal titolo, storia di un cecchino divenuto leggenda nell'esercito a stelle e strisce. Un eroe (e la parola stessa presupporrebbe parecchie considerazioni visto e considerato come la si usa nella modernità) che ha salvato la vita a molti suoi commilitoni, coprendone le spalle dal fuoco nemico e dai pericoli del fronte. Un uomo che a difesa del suo paese e dei suoi ideali patriottici (i buoni di qua, i cattivi di là) ha messo il proprio talento di tiratore scelto, portandosi addosso il peso di decine di uccisioni, adulti, donne, persino bambini. Chris, questo il nome del personaggio e del soldato realmente esistito, ha fatto della guerra e del fronte il suo ambiente lavorativo, rimanendone indelebilmente segnato. La pellicola, interpretata da un bravo Bradley Cooper, ci riporta alla mente molteplici visioni di altri film girati al fronte, non aggiungendo nulla di nuovo al genere. Sceglie la via del cinema tradizionale, solido, ben diretto, ma tutto sommato scontato e adagiato su posizioni del tutto prevedibili, perché evidenti, nette, di parte. Ma dietro la MDP più che un autore che vuole dire la sua, c'è piuttosto un amante del cinema puro, assolutamente al servizio della storia, di cui lascia fluire gli eventi con sguardo dedito all'azione e alle immagini. Storia americana fino al midollo, dalle origini texane del personaggio, tutto fisico, rodeo, virilità, cazzotti, passioni forti, dio, patria e famiglia, passando per l'11 settembre, lo spirito di gruppo e appartenenza all'arma, l'obbedienza, la rettitudine, l'onore, l'essere ligi al dovere, il fare la propria parte, fino ad arrivare ai traumi post-bellici, le crisi famigliari, il dramma dei reduci, la morte tra le bandiere, l'essere ricordato come Leggenda nazionale. Eastwood avrà già la testa su un altro progetto perché la sua vita è fare film. A noi non resta che parlarne. Volendo.
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