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American Sniper

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su American Sniper

di michemar
6 stelle

Clint Eastwood è tornato e si è ripreso Dirty Harry. È un film pregevole, con scene di guerra perfettamente girate e con notevoli dispiegamento di mezzi, ottimi il montaggio e l fotografia, buone le musiche, ma il suo messaggio è assolutamente negativo e lo spirito nazional-repubblicano sventolato ai quattro venti lo trascinano giù nel giudizio.

Ci ho messo qualche giorno per accingermi a scrivere qualcosa di questo film, perché non ero sicuro di aver visto sicuramente un film nuovo. Mentre assistevo continuavo a chiedermi se era un film di Eastwood o un vecchio western con John Wayne, dove come al solito nei classici western c’era l’eroe, coraggioso e immortale, che con una carabina uccideva tutti i cattivi e selvaggi pellerossa. Che lo meritavano, a sentir loro, senza se e senza ma. Con la bandiera del 7° Cavalleggeri o quella con le prime stelle e strisce, i buoni arrivavano e facevano finalmente giustizia: che muoiano tutti i cattivi, brutti e sporchi!

 

Bradley Cooper, Clint Eastwood

American Sniper (2014): Bradley Cooper, Clint Eastwood

No. Non era questo il Clint degli ultimi film, lo stesso regista e lo stesso uomo che aveva girato thriller palpitanti o la storia emozionante di una ragazza che aveva in sé la forza per emergere, storie di una umanità insicura e intimorita dalla forza della natura o un tardo western in cui il pistolero si era addirittura redento, almeno per la memoria della buona donna che lo aveva sposato. No. Riecco invece il vecchio detective che tira fuori una Magnum dal fodero per mettere le cose a posto, perché, secondo l’americano puro e duro, l’umanità è composta da agnelli, lupi e cani pastore: buoni ma molli, cattivi e tosti, protettori di tutti più tosti dei tosti cattivi. E tutto in nome di Dio e della Holy Bible, che va tenuta sempre  portata di mano, meglio ancora quando vai a sparare, a uomini o animali. L’essenza del film è tutta nella figura padre del protagonista: basta la scena in cui a tavola indottrina i suoi due figli sotto lo sguardo atterrito della moglie e si intuisce la morale del film.

 

Lo sguardo d’insieme del film ci mostra da un lato l’efferatezza del terrore imposto dai guerriglieri islamici sulla popolazione irachena e dall’altro l’imponente macchina solo apparentemente efficiente degli Stati Uniti. Come in Vietnam e come sarà in seguito in Afghanistan, gli americani invadono un territorio ostile che non riusciranno mai a capire, a convincere, a vincere. In quelle terre per loro inospitali un comune denominatore: lo strascico pesantissimo a livello mentale per ogni soldato. Il cinema ha spesso rivolto la sua attenzione all’aspetto psicologico del post-war e delle conseguenze sulla vita senza divisa di persone che hanno visto tanto vicino la morte – propria e degli altri, connazionali o nemici che siano – che Essa li accompagna per il resto della loro vita. Ecco, questo poteva essere ancora una volta l’argomento-cuore del film, invece Clint punta dritto le armi e l’attenzione sull’”eroismo” di un uomo che trova lo scopo della sua vita in un mirino reticolare posto sulla sua micidiale arma che uccide. Lì trova la sua completezza, il prolungamento del suo braccio e della sua mente, come la chitarra prolungamento del braccio di Jimy Hendrix. La perplessità iniziale di Chris Kyle cede presto il passo alla lussuria dei colpi perfetti che partono dal suo micidiale fucile da cecchino, fino a diventare la leggenda, Shaitan Al-Ramadi (il diavolo di Ramadi) per gli arabi, con una fissazione che aumenta di giorno in giorno: scovare e colpire a morte il suo rivale che si apposta sulle terrazze nemiche: Mustafa, il cecchino arabo.

 

Bradley Cooper, Kyle Gallner

American Sniper (2014): Bradley Cooper, Kyle Gallner

No. Non ci sono reazioni umane, solo fredde statistiche di nemici uccisi e ogni volta che Chris Kyle torna a casa dalla moglie il suo pensiero è sempre a diverse migliaia di chilometri, alle strade sabbiose irachene e a Mustafa che vive ancora indisturbato uccidendo i suoi commilitoni. Lo sgomento della moglie Taya (una bella sorpresa, Sienna Miller!) è l’unico segnale che parte da Clint verso lo spettatore per ricordare l’assurdità della guerra, subito tacitato però dalla sceneggiatura troppo trionfalistica, troppo retorica, troppo nazionalistica, fatta di dialoghi che se chiudevi gli occhi rivedevi John Wayne che salta a cavallo e dice: Andiamo a ucciderli tutti questi selvaggi, in nome di Dio! Dice Chris: “Sono pronto ad incontrare Dio e a rispondere di ogni singolo sbaglio.” Di quale tipo di errore parla? di comportamento? di mira? Dobbiamo avere necessariamente bisogno di un eroe? Infatti quando la moglie Taya gli dice tra le lacrime “Ho bisogno che torni ad essere umano” lui le ribatte “Lo faccio per voi, lo sai, per difendervi!” (cascamento di… braccia).

 

Sienna Miller

American Sniper (2014): Sienna Miller

Dopo diverse commedie di gran successo (ma di scarso valore artistico), Bradley Cooper si ritrova in un ruolo non facile perché il rischio di sembrare un orso insensibile è alto e vedendolo sullo schermo non capivo all’istante se era deforme il nuovo schermo della sala ristrutturata della mia città o se il deformato era lui. Era lui, ingrassato di parecchi chili, poi con la barba che lo rende ancor più inespressivo.

 

Bradley Cooper

American Sniper (2014): Bradley Cooper

Clint Eastwood è tornato, Clint ha ripreso in vecchiaia i panni di Dirty Harry e fa ancora giustizia. Se in primo momento sia Steven Spielberg che David O. Russell hanno declinato l’invito a girare questo film qualcosa vorrà dire.

 

Il giudizio complessivo comunque è sufficiente, perché tecnicamente è un film pregevole, con scene di guerra perfettamente girate e con notevoli dispiegamento di mezzi, ottimi il montaggio e l fotografia, buone le musiche, ma il suo messaggio è assolutamente negativo e lo spirito nazional-repubblicano sventolato ai quattro venti lo trascinano giù nel giudizio artistico. Voto quindi sufficiente, tra il buonissimo tecnico e il mediocre artistico.

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