Regia di Henry Hobson vedi scheda film
Sorvolando sull'orripilante titolo italiano, e soprattutto sulle intenzioni fraudolenti ed ingannatrici dei produttori nostrani nel vendere la pellicola per quello che, in realtà, non è, Maggie - titolo originale che rispecchia più coerentemente l'anima greve e intimista della pellicola - è invece l'opera prima del regista inglese Henry Hobson che preferisce concentrarsi attraverso un clima di diffusa malinconia e decadimento sulla relazione intima tra un padre, un Arnold Schwarzenegger di inaspettata dolcezza e intimità, e una figlia, Abigail Breslin, colpita da un virus che la trasformerà lentamente in una creatura inesorabile affamata di carne umana, esteticamente simile ma in realtà diversa dai classici zombie.
Hobson, trattando il soggetto "zombie" in modo originale ed eludendo qualsiasi estetica splatter, riesce a piegare le convinzioni di un genere prettamente orrorifico per destrutturarlo in una storia inattesa, semplice e minimalista, incentrandola sul confronto struggente tra un padre e sua figlia e sulla loro inutile resistenza contro la febbre omicida che lentamente la consumerà.
Interessante e discreto thriller post-apocalittico ma soprattutto film di dolore e di accettazione, Maggie è scritto con intelligenza, garbo e molta umanità che soffre un pò per la sua lentezza e per certe affettazioni stilistiche ma capace comunque di qualche sorprendente picco emotivo.
VOTO: 6,5
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