Regia di François Girard vedi scheda film
Se,oltre che del buon cinema,si è amanti della musica classica difficilmente si rimarrà indifferenti davanti a "L'ottava nota",alla capacità di trasmettere la magia ed il potere che una certa musica ha sulla mente,dei sacrifici più o meno grandi che si è disposti ad affrontare per raggiungere l'eccellenza.E' quello che capita al giovane protagonista (peraltro ottimo interprete) che oltre al dono di possedere una voce sublime,dovrà affrontare un difficile percorso di inserimento in una delle più dure scuole di musica corale.Certo non lo aiuterà nè il suo passato trurbolento culminato in un precocissimo arresto,nè un padre sfuggevole che si è ricostruito una famiglia altrove, e ciò spesso lo porterà ad un atteggiamento oppositivo rischiando più volte l'espulsione.Ma i doni spesso si rivelano effimeri momenti di gioia, e il normale cambiamento adolescenziale della voce segnerà la fine di un sogno ma anche una svolta inattesa nella sua vita privata.Hoffman si dimostra ancora una volta una certezza (così come la Bates) anche se a volte sembra troppo compresso in un eccesso di minimalismo espressivo, come se gli si volesse cucire addosso un eterno Rain Man privo di phatos e di empatia.
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