Trama
In un futuro prossimo, il pianeta Terra è al centro di una progressiva desertificazione e la razza umana è in piena lotta per la sopravvivenza. Per combattere l'incertezza e la paura, la tecnologia ha creato il primo androide quantistico, l'Automata Pilgrim 7000, destinato a convivere con l'uomo. Ciò ha portato alla crescita esponenziale della ROC, la società leader nel campo dell'intelligenza robotica che ha stabilito protocolli di sicurezza utili a garantire sempre il controllo dell'uomo sulle macchine. Come agente assicurativo per conto della ROC, Jacq Vaucan (Antonio Banderas) ha il compito di indagare sui modelli difettosi di androide ma ben presto scoprirà i segreti e le vere intenzioni che si celano dietro l'Automata Pilgrim 7000 con profonde conseguenze sul futuro dell'umanità.
Approfondimento
AUTOMATA: UN FUTURO 'AUTOMATICO'
Diretto da Gabe Ibáñez e scritto dal regista con Igor Legarreta e Javier Sánchez Donate, Automata è un thriller futurista che ha per protagonista l'attore Antonio Banderas, al suo debutto nel genere fantascientifico. A metà strada tra il poliziesco e il western, Automata ha al suo centro la teoria della singolarità tecnologica, che specula sul momento in cui l'Intelligenza Artificiale sarà in grado di raggiungere e superare l'intelligenza umana. La storia ha per protagonista in un futuro non meglio specificato Jacq Vaucan, un agente assicurativo della compagnia cibernetica ROC. Jacq sta per diventare padre quando si ritrova su una serie di casi strani che coinvolgono gli automi che hanno trasgredito i protocolli di sicurezza. Ciò che a prima vista sembra solo un controllo di routine ben presto porterà Jacq a essere testimone di alcuni cambiamenti determinanti per il futuro dell'umanità stessa.
Con la direzione della fotografia di Alejandro Martínez, le scenografie di Patrick Salvador, i costumi di Armaveni Stoyanova e le musiche di Zacarías M. de la Riva, Automata viene così descritto dal regista: «Nel 2009, in un sito internet sulla tecnologia, un articolo raccontava come un gruppo di ingegneri era riuscito a creare una stampante 3D in grado di produrre da sola la maggior parte dei pezzi necessari per costruire una nuova stampante 3. Si trattava di una macchina in grado quai di autoclonarsi e, in qualche modo, di riprodursi. Questa notizia inquietante, incrociata con le mie letture adolescenziali di Asimov e con le teorie sulla singolarità tecnologica, hanno posto le basi per quella che sarebbe divenuta la sceneggiatura di Automata.
Partendo da questi presupposti, con Legarreta e Donate ho iniziato a scrivere una sceneggiatura di fantascienza realista influenzata da elementi del western e del thriller: un copione, dunque, fuori dagli schemi del genere e con un futuro incerto a livello produttivo. L'insolito script, però, ha catturato sin da subito l'attenzione dell'attore Antonio Banderas, interessato sia a interpretare il film sia a produrlo.
Con Banderas dalla nostra, è iniziato un viaggio di pre-produzione lungo quasi due anni, durante i quali siamo anche rimasti bloccati in Tunisia e siamo stati testimoni diretti dei primi momenti della primavera araba prima di essere accolti mesi dopo nel palazzo della principessa del Qatar, interessata a realizzare il film nel suo paese ma, come abbiamo appreso in seguito, se non fosse stato di fantascienza. Dopo numerosi incontri, viaggi, sopralluoghi, festival e discussioni, il progetto si è arrestato per un bel po'. Stavo già lavorando a una nuova storia quando ho ricevuto una chiamata di Banderas, che mi parlava di un produttore di Los Angeles incuriosito da Automata. A mesi da quella conversazione stavamo già girando in Bulgaria.
La fantascienza di Automata nello scenario attuale può sembrare contraddittoria e ridondante. Seppur estranea al mondo di oggi, è però accettabile in quanto speculazione razionale. Spesso, nel cinema attuale, la fantascienza è stata ridotta a film di avventura per famiglie ambientato nel futuro e accompagnato da mirabili effetti speciali: ciò ha finito con il limare i confini tra fantasy e fantascienza, rimodellando un genere che invece molti della mia generazione e di quella precedente hanno ammirato per la sua plausibilità scientifica. Film con budget modesti in passato hanno affrontato la fantascienza dal punto di vista degli adulti, unendo il futurismo speculativo con procedimenti narrativi realistici derivanti da generi come il thriller, il western o l'horror psicologico, non abbandonando mai determinati livelli di verosimiglianza. Penso a pellicole come Andromeda, Atmosfera zero, Il pianeta delle scimmie o 2022: i sopravvissuti, hanno segnato un'epoca. Questo non vuol dire che Automata è un film d'altri tempi. Vuole dire solo che Automata recupera quella sobrietà formale e quel rispetto per la verosimiglianza che oggi quasi non ci sono più, trattando di paradigmi tecnologici e filosofici del nostro futuro: la singolarità tecnologica e la minaccia del collasso ambientale.
Le teorie della singolarità scientifica ruotano intorno al momento teorico in cui l'intelligenza artificiale può raggiungere quella umana e ai possibili cambiamenti umani che tale evento potrebbe generare. Si tratterebbe di un salto evolutivo che per alcuni è possibile già tra una quarantina di anni ma che per altri invece non accadrà mai. In ogni caso, sarebbe uno scenario dal forte significato filosofico e dalle molte implicazioni per l'uomo. In Automata il salto evolutivo dell'intelligenza artificiale avviene in un contesto di difficoltà per la specie umana, in una situazione in cui l'uomo lotta per la sopravvivenza, circondato da una natura che gli ha voltato le spalle (come in un processo inevitabile e ancestrale pronto ad aprire la strada alla supremazia di una nuova specie). Il salto non è narrato dal punto di vista dei robot ma da quello di chi vi sta dietro».
Note
Il madrileno Ibáñez, già autore di effetti speciali per Álex de la Iglesia, si inserisce nel solco della sci-fi umanistica alla Duncan Jones, facendo di bassissimo budget virtù. Un B movie onesto e volenteroso, con uno script non all’altezza delle intuizioni di messa in scena e qualche simbolismo forzato, che persegue un’idea di fantascienza non becera.
Trailer
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Commenti (9) vedi tutti
Macchinoso e insipido ma tutto sommato scorrevole. Si salvano gli effetti speciali e poco altro.
commento di alfatocoferoloOk c'è molto di già visto, ma comunque ben fatto ed avvincente e poi ci sono anche spunti nuovi.
commento di gacNiente di nuovo al Sole,qualche blanda Idea FantaScientifica,amalgama convincente d'Interpretazioni e Storia che poteva essere proprio piu' appassionante (ma comunque in zona Sci-Fi ho visto molto peggio in giro ...) !!! voto.5.
commento di chribio1Concettualmente potrebbe essere un pre-matrix, anche se lo stile é completamente diverso. Parte abbastanza bene, poi cede. Guardabile.
commento di corradopparte con buona ambientazione, poi si arena letteralmente nel deserto radioattivo: la 2a metà del film però è ambientata proprio lì, con umani senza protezione alcuna, come in uno dei primi episodi di Star Trek, dove si sopravviveva bellamente su qualsiasi pianeta, manco fosse Portofino. sceneggiatura scadente e, nel finale, romanticamente insulsa.
commento di giovenostaUn mix tra "Io robot" e "Blade Runner",ma inferiore ai modelli.Del primo ha i robot-androidi domestici,ma non l'azione,del secondo le atmosfere cupe e piovose ed i concetti filosofici,ma non gli attori nè la regia e nemmeno i colpi di scena.Un film dunque inutile,ma comunque carino.Bravo Banderas,troppo poco la Griffith.Sufficiente(***).
commento di medusatouchIl film non è riuscito perfettamente, ha molti difetti; ha alcuni pregi però, e per i fan dell'SF merita una visione
leggi la recensione completa di tobanisFantascienza filosofica...a chi e' piaciuto Blade Runner...almeno nelle atmosfere.
leggi la recensione completa di ezioAvventura fantascientifica vecchio stile, semplice e lineare, di ispirazione asimoviana. Trama senza sorprese, ma ben costruita e mai noiosa, bravo Banderas, quasi irriconoscibile e bravi gli attori robot digitali.
commento di NCC1701