Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Biopic che Herzog gira in modo sontuoso e classico, dando ampio spazio al fascino da diva di una Nicole Kidman statuaria ed in gran forma, che può tranquillamente interpretare la Gertrude ventenne come quella quarantenne, con credibilità immutata e quell’aura da star che ben si incastona in un film celebrativo che sa trovare spazi e suggestioni
“Forse sono una spia. Ma una spia che non lavora per nessuno….tranne che per se stessa”.
Così si definisce ad un certo punto Gertrude Bell, donna affascinante, alta, bella, ma anche, ahimé, intelligente, sin troppo per poter essere tenuta a bada tra le maglie della società maschilista e segregatrice di un Regno Unito di inizi ‘900.
Non accettando di andare in moglie al primo pretendente che la consideri devota a al servizio del proprio marito, Gertrude riesce, dopo molte reticenze, a persuadere la propria famiglia ad inviarla presso un’ambasciata ai confini delle colonie britanniche nel sud est asiatico.
Da li la donna intraprende una carriera diplomatica specializzandosi in cartografia e divenendo una delle più preparate conoscitrici della complessa e sfaccettata etnografia che comprende molti dei paesi che si affacciano sul deserto che cinge i confini orientali con la Turchia.
Perduto l’amore della sua vita, un brillante ed affascinante diplomatico incontrato in ambasciata (James Franco), scomparso in circostanze misteriose e comunque non molto chiare, la donna si consacra al suo interesse preminente: quello di esploratrice, divenendo il tassello prezioso di congiunzione tra la cultura occidentale e le più ritrose e misteriose popolazioni nomadi dei deserti.
Herzog è nel suo ambiente più consono, così preso a scandagliare paesaggi davvero sensazionali e, per una volta, effettivamente piuttosto nuovi alle camere cinematografiche: la sua regia fluente e maestosa spazia attraverso le sabbie finissime e le rocce più impervie di gole incastonate tra le montagne, bagnate da acque fresche che sembrerebbe impossibile pensare di ritrovare nei pressi di zone desertiche e senza vita.
Un biopic che Herzog gira in modo sontuoso e classico, dando ampio spazio al fascino da diva di una Nicole Kidman statuaria ed in gran forma, che può tranquillamente interpretare la Gertrude ventenne come quella quarantenne, con credibilità immutata e quell’aura da star che ben si incastona in un prodotto un pò di routine, celebrativo nei canoni della Hollywood più classica, che sa trovare spazi e suggestioni ideali per il suo pubblico.
E pur rimanendo molto distanti dalla vetta artistica dell’autore tra i più affermati della cinematografia tedesca, spesso, come in questo caso, impegnato in produzioni a stelle e strisce, Presentato nella selezione ufficiale della Berlinale 2016, Queen of the desert è un film che, se distribuito in sala, avrebbe trovato certamente una fetta di pubblico in grado di sceglierlo, tra l’offerta concorrente, trovandone adeguata soddisfazione e svariati motivi di suggestione.
La distribuzione diretta in dvd spreca a mio avviso una fertile opportunità ed appare irrispettosa nei confronti di un maestro assoluto della cinematografia mondiale, che meriterebbe più considerazione anche quando coinvolto in produzioni meno personali e più di cassetta.
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