Regia di Jean-Pierre Mocky vedi scheda film
Film singolare nella carriera di Alberto Sordi, nonché una delle migliori realizzazioni di Jean-Pierre Mocky, regista dalle alterne fortune. Siamo in presenza di un giallo ambientato nella provincia francese. Antonio Berti, restauratore italiano, si trova in quel di Reims, ospite di Robert Maurisson (Philippe Noiret), suo amico di vecchia data e notabile locale. Una sera, Antonio è testimone dell’omicidio di un’adolescente e, nella penombra, riconosce la sagoma di Robert. Non potendo fornire alcun alibi agli inquirenti, l’Italiano viene immediatamente sospettato. Da un lato tenta di discolparsi, dall’altro esita a fornire la sua testimonianza che metterebbe l’amico in guai molto seri. Alla morte di quest’ultimo, ucciso per errore proprio dal padre della vittima, Antonio si ritrova in un vicolo cieco...
Dura requisitoria contro la pena di morte ancora in vigore in Francia alla fine degli anni ’70, “Il testimone” denuncia con vigore l’ipocrisia e il perbenismo di una certa borghesia provinciale, nella migliore tradizione della filmografia chabroliana. Certo, Mocky non è Chabrol, i personaggi secondari sono appena abbozzati, la scenografia non è particolarmente accurata, il senso dell’ironia latita. Tuttavia, il risultato complessivo mi è apparso convincente, in particolare grazie all’interpretazione di due fuoriclasse come Philippe Noiret e Alberto Sordi. Straordinario nel caratterizzare la figura dell’uomo perbene che sotto la maschera dell’onorabilità nasconde le sue turpitudini, Philippe Noiret si lascia nodimeno rubare la scena da un Alberto Sordi misurato, spontaneo e mai gigionesco, irresistibile in una prova che gli impone di esprimersi dall’inizio alla fine in lingua francese. Quest’ultima gustosa e inedita particolarità scompare ovviamente nella versione del film doppiata in italiano ed è un danno di non poco conto. Inizialmente, il ruolo di Alberto Sordi avrebbe dovuto essere assegnato a Jean Gabin, che morì nel 1976, in fase di preparazione del film.
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