Regia di Mauro Severino vedi scheda film
Severino, già aiutante di Cerchio, Damiani e altri registi, dopo un corto oggi pressochè introvabile (Chi è di scena, del 1962) esordì alla regia nel lungometraggio con questo sessantottinissimo Vergogna, schifosi!, j'accuse contro una borghesia impermeabile ai sentimenti umani e parabola non troppo velata sull'autoconservazione del potere. Certo, se c'è una cosa da apprezzare senza se e senza ma nella pellicola, è proprio questa ambizione autoriale che ne sta alla base; non si può però definire un'opera riuscita, sia sul piano formale che su quello contenutistico. Severino è alle prime armi, infatti, e si vede bene; i suoi interpreti lo sono allo stesso modo: si nota precisamente anche quello e, a parte il nome di Lino Capolicchio (peraltro già abbastanza conosciuto), poco rimarrà di questo cast composto, fra gli altri, da Ivano Davoli, Marilia Branco, Ezio Marano e Roberto Bisacco (a dirla tutta, questi ultimi due proseguiranno una carriera da seconde linee). Tensione prossima allo zero e sbavature non da poco di regia (la scena della morte di Carlo, ad es.) riducono ulteriormente le potenzialità concrete del lavoro; ma va comunque elogiato il tentativo. A supporto delle immagini c'è una discreta colonna sonora di Ennio Morricone, con filastrocca-tema conduttore che rimane saldamente in testa. 2,5/10.
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