Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
Ovvero Une heure de tranquillité, dall’omonima pièce teatrale di Florian Zeller, grande successo in Francia. Versione cinematografica del 2014 diretta da Patrice Leconte, che sceglie, al posto di Fabrice Luchini, un altro protagonista: Christian Clavier, con il quale già lavorò ai tempi di Les bronzés. Storia di un uomo che mette finalmente le mani su un rarissimo disco di jazz e vorrebbe ascoltarselo in santa pace a casa, cosa impossibile per i seguenti motivi: il figlio ha deciso di ospitare in camera sua una famiglia di sans-papiers delle Filippine; la moglie gli rivela un segreto incredibile; l’amante non vuole più attendere per la resa dei conti, la governante (grande Rossy de Palma) s’inventa varie molestie; scatta la “festa dei vicini”, micidiale momento conviviale; l’idraulico polacco lavora anche di sabato e quindi eccolo... E ce n’è ancora, per tutti i gusti. Impianto da commedia alla Francis Veber (quello di La cena dei cretini), un milione di spettatori in Francia, cinema borghese studiato al millimetro, perfettamente oliato, tempi comici rodati, interpreti impeccabili... Ci sarebbe anche da demolirlo per la sua prevedibilità, per i luoghi comuni (sulla “coppia”, soprattutto), per l’innocuo spirito politicamente corretto, per la corte dei miracoli pretestuosamente multietnica e per l’ironia di grana grossa. Ma col cuore in mano, non ce la facciamo. Mettendo in stand by lo spirito critico, il film è divertente. Non è un reato.
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