Regia di Mario Bonnard vedi scheda film
Il bigliettaio di un filobus si prende a cuore le sorti di una servetta, derubata di 500 lire mentre si trovava sul mezzo pubblico e perciò licenziata dalla padrona: la aiuta a trovare un nuovo lavoro e se ne innamora, ma lei è attratta da un suo collega autista. Commedia malinconica che sviluppa la frase del titolo in senso amaro (avanti c’è posto, ma solo per gli altri), con incongruo finale propagandistico (siamo nel 1942, quindi è bene mostrare un plotone di soldati in gioiosa partenza per l’Africa). Si ride parecchio con Fabrizi (al suo esordio cinematografico) e Riento, più scontato il lato sentimentale con Checchi e la Benetti. È anche un riuscito spaccato sociale, con un’attenzione per gli aspetti della vita quotidiana che può far considerare il film (alla cui sceneggiatura collaborò Zavattini) un’anticipazione del neorealismo.
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