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Avanti c'è posto!

Regia di Mario Bonnard vedi scheda film

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La recensione su Avanti c'è posto!

di zombi
8 stelle

più o meno un annetto fa a firenze alla cena del raduno dei filmtvari è giunta una tra le tante fatidiche domande... "qual'è l'attore preferito"?.... io senza indugio nominai il nome dei nomi e cioè marcello mastroianni, bello e bravo. ricordo solamente cosa rispose gimon82, giusto alla mia destra, non me ne vogliano gli altri. nominò volonté e ovviamente tanto di cappello anche per lui. bravo, impegnato e pure bbono. uno che proprio bellillo-bellillo non è, aldo fabrizi sta prepotentemente entrando nella mia playlist composta principalmente da marcellino. quando vedo o so che c'è un film con aldo, mi ci butto. e siccome curo retecapri e le sue serate in bianco e nero come l'oracolo, ieri sera giusto giusto mi son fatto deliziare da questo bonnard d'annata. il ferro-tramviere montani cesare fa il bigliettaio su un tram e un giorno deve interrompere la corsa perchè ad una giovane servetta(benetti, aaaaaadorabile!!!!) viene rubato il portafogli con gli effetti e la pigione della sua padrona(pina gallini) un'arpia che la tratta come una.... serva! rosella, così si chiama la gentil e timida donzella, ha talmente paura di tornare in quella casa che perseguita a tal punto il burbero ma buono cesare, fintanto che non l'accompagna. e tanto fece e disse, che la fece licenziare e cacciare. per carità perso nulla, ma intanto l'anima ingenua non ha più un letto e un tetto sotto cui dormire. cesare prova a portarla da lui, una stanza in affitto da una vedova che ovviamente anche a notte inoltrata ha cento orecchie e altrettanti occhi, tra l'altro solo per cesare con il beneplacito del benemerito che tutto vede e approva mediante consorte da un nobile dipinto appeso al muro. così dopo tanto girovagare va a finire che vanno a dormire come tanti altri disperati sulle panche in stazione. cesare ha un amico più giovane nel conduttore del tram(andrea checchi sempre bravo e che è sempre un piacere vedere in un film, pace....)e una nemesi nel controllore(virgilio riento, uno spasso) che lo pesca in fallo tutte le volte che sgarra di cinque minuti oppure è in anticipo di un'ora e mezza. insomma cesare se la prende a cuore e proprio all'inizio non ci vuole nemmeno pensare alla dolce rosella come ad una probabile moglie e così l'indomani l'accompagna per svariati colloqui di lavoro in una casa folle di una signora svampita(jone morino)in cui tra tutte le cose a cui dovrebbe pensare, non avrebbe nemmeno il tempo di pensarle oppure sbagliandosi in una casa dove sta nascendo il primogenito di due signori non più tanto giovani che prendono questa loro vana venuta come un buon segno e li vogliono entrambi al battesimo(carlo micheluzzi e cesira vianello veneti in trasferta). l'aiuto di cesare è provvidenziale e rosella viene assunta come maschera in un cinema e chiedendo all'amico bruno di andare ad un appuntamento a cui non può assolutamente andare, causa una frattura imperdonabile. bruno s'innamora di rosella ma la rifiuta trattandola malissimo, alla stregua di una poco di buono, confuso dal fatto di non aver mai sentito il desiderio fino ad ora di approfondire la conoscenza di una ragazza dopo averla indagata la sera prima. cesare invece comincia ad affezionarsi a rosella in maniera diversa, e da sorella inzia a pensare a lei come ad una compagna di vita. ma il destino beffardo gli giuoca forse l'ennesimo tiro mancino e in uno sguardo finale abbiamo il tocco di aldo fabrizi. il dramma della scoperta dell'amore tra l'amico e rosella e l'accettazione di esso, fomentandolo per la felicità sua attraverso di loro. ovviamente il tocco melanco(n)(m)ico di aldo fabrizi rende questo film del 1942 un oggetto gradevolmente vintage, ma assolutamente senza tempo per i temi trattati e per come sono mirabilmente trattati. adriana benetti è un bon-bon ed è assolutamente credibile nel suo essere sempre costantemente ingenua soprattutto quando bruno reagisce così male e le dice cose che la lasciano di stucco per come le abbia anche solo potuto pensare. insomma ce ne fosse una per sera, che bello.

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