Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Il soggetto è uno scritto di Agatha Christie e senza dubbio si nota: è un giallo tesissimo con un assassinio ed un accusato il cui destino è nelle mani di una donna ambigua. Gli ingredienti, aggiungendo un avvocato scaltro e malato (due valide ragioni per simpatizzare), ci sono tutti: per quasi due ore il fiato dello spettatore è tenuto in sospeso da una costruzione narrativa incalzante e da una serie di colpi di scena che deflagrano a catena nei minuti finali, senza che la logica e la verosimiglianza abbiano un singolo cedimento: un lavoro insomma che sarebbe stato certamente altrettanto ben sviluppato nelle mani di un Hitchcock. Ottima la cura per i personaggi e per le piccole caratterizzazioni (il monocolo ed il thermos dell'avvocato), Testimone d'accusa è uno di quei film da gustare dalla prima all'ultima scena, nonchè uno dei migliori lavori di Wilder. Sei nomination all'Oscar e nessuna statuetta.
Un avvocato vecchio e malato decide di difendere un omicida su cui gravano forti sospetti; la moglie (che in realtà però l'uomo non ha mai sposato ufficialmente) si offre per testimoniare a suo favore, ma quando si reca in tribunale non fa che accusare palesemente l'imputato. Con uno stratagemma geniale ed una complice anonima, però, l'avvocato scagiona il suo difeso. Girandola finale di colpi di scena.
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