Regia di Eli Roth vedi scheda film
Alcune porte non dovrebbero mai essere aperte...
Che cosa rende, quale è l'alchimia giusta che ci vuole per concepire un film, di qualsiasi genere esso sia, un lungometraggio interessante, geniale, o ben fatto?
È quella capacità cognitiva/emozionale che riesce a far immedesimare perfettamente lo spettatore, con il protagonista principale del film che si sta guardando.
È la verità pura è cruda che ti fa esclamare: "cavolo, questo è un incubo moderno e vivido che può giungere in ogni luogo!.."
È quella possibilità concreta che permette alla storia, in occasioni del tutto paradossali, di acquisire tanta (malsana) verità.
Ed è in queste particolari circostanze che la geniale mente del regista Eli Roth da il meglio di sé, confezionando una piccola perla di film come "Knock Knock" remake di un film degli anni 70. Alcune porte non dovrebbero mai essere aperte. Soprattutto quella di casa propria quando si è soli... ma se sulla soglia della porta abbiamo il piacere di conoscere due splendide avvenenti ragazze infreddolite, Bel e Genesis, zuppe d'acqua che affermano di assersi perse, il discorso cambia..
Cosa ci spinge, e spinge il protagonista a farle entrare? L'innocenza femminile? Il desiderio di aiutare il prossimo? Il desiderio più segreto e nascosto di una sfrenata notte di sesso con le belle ragazze?
Probabilmente tutti e tre i motivi. Ed è per questo che Evan Webber (Keanu Reeves), architetto di grande successo felicemente sposato, le fa accomodare in casa prima di chiamare un taxi per venirle a prendere. L'ingenuo architetto padre di famiglia non sa che quello è solo l'inizio di un terribile incubo, che deve affrontare con astuzia se vuole uscirne indenne.
Il punto forte di questo "Knock Knock" è quello di avere una sceneggiatura tanto semplice e lineare, quanto "potente" ed "incantatrice" che ha avuto il potere ipnotico di farmi incollare alla poltrona. Abbinata ad una performance di recitazione da parte degli attori protagonisti, semplicemente strepitosa. Per non parlare poi di un finale originale e spiazzante (per me superlativo), che ho apprezzato molto.
Un finale che forse non è stato compreso da molti proprio perché troppo sbrigativo, risultando alquanto improbabile ai più: solo però con un giudizio poco ragionato, permettetemi di affermare.
La genialità del film infatti sta proprio in questo invece, perché il desiderio di una giusta vendetta compiuta dal protagonista, anche con una certa ferocia, è quello che qualunque spettatore desidera con trepidazione. Ma è evidente che tal volta dobbiamo fare i conti, purtroppo, con una realtà dagli infausti eventi che non vogliono sentir ragioni: la verità si dimostra veritiera e spietata per quello che è. Non c'è redenzione, è solo il caso a dettare la legge.
O se volete chiamatelo pure "il fato", non fa differenza.
Il finale di un film in alcuni casi è sempre la parte più difficile da realizzare, in questo thriller Eli Roth ha centrato in pieno il bersaglio giusto. Non avendo optato per una significativa vendetta né per una conclusione troppo alternativa, che sarebbe risultata originale ma forse poco credibile, (e ce ne sono a bizzeffe..). In alternativa si è affidato solo ad una delle molte realtà possibili,che dal mio punto di vista, a fatto guadagnare al film non un buon giudizio, ma un ottimo giudizio, questo è quanto.
Per concludere inoltre non posso non fare un plauso alle belle attrici Ana De Armas e Lorenza Izzo. Per il semplice fatto che nella pellicola non appaiono come spicopatiche, sono spicopatiche. Niente più da aggiungere. Buon film.
6-7/10
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