BACKCOUNTRY (CAN) 2014 ADAM MACDONALD.
L’essere umano, grazie all’uso delle armi da fuoco, è da tempo al vertice della catena alimentare ma in certi ambienti ostili come l’ Ontario può trasformarsi da predatore a preda perché la natura è sempre più gelosa dei suoi spazi ormai occupati e sfruttati dall’uomo …è questo il senso degli “eco-vengenace” che poi nel corso degli anni hanno approfondito la tematica ambientalista sempre più che attuale.
Tra gli orsi assassini sicuramente il capostipite rimane il lavoro grezzo ma efficace di William Girdler “Grizzly- l’orso che uccide” datato 1976 ma poi ci sono anche esempi recenti come “The Revenant-redivivo” che sicuramente hanno contribuito a creare la leggenda del serial killer abitante e padrone indiscusso delle aree remote del parco dello Yellowstone…qui invece abbiamo suo cugino cioè un orso nero al vertice delle sconfinate foreste del Canada dove l’occhio si perde tra le conifere e licheni e dove vengono ospitati i grandi laghi e qualche escursionista proiettato nella natura istintiva che a volte può essere inospitale e letale specialmente se poi viene a mancare l’orientamento e si deve mantenere la calma ma quando poi ci si imbatte in una bestia che oltre ad essere dotato di una forza straordinaria conosce bene il territorio è inevitabile cadere nell’abisso.
Il regista è consapevole di girare un film pressochè amatoriale dato il budget inesistente ma riesce con i soli due attori (più l’orso) più che convincenti a dar vita ad una pellicola che sfiora inizialmente lo stile “National Geographic” fotografante una natura incontaminata ma poi pian piano riesce a trasmettere in maniera più che dignitosa ansia aumentando la frequenza cardiaca come l’agghiacciante attacco del predatore nella tenda da campeggio che per quanto mi riguarda è da manuale.
Voto 7 perché non sfigura nel genere anzi lo aggiorna e rimoderna…un bel film…consigliatissimo
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