Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
Philippe Petit, il più noto funambolo francese, si auto-racconta dal bordo della torcia sostenuta dalla Statua della Libertà e ripercorre le tappe della sua vita che lo portarono a compiere la sua celeberrima impresa: la traversata di quei 42 interminabili metri fra i tetti delle Twin Towers sospeso nel vuoto su un semplice filo di acciaio e senza alcuna protezione. Impresa però illegale ...
Tratta dall'autobiografia del funambolo stesso, il film cerca di riprodurre gli aspetti storici, ma vi ho percepito un tono decisamente agiografico che non mi ha permesso di godere bene del racconto, nonostante le note capacità di un "cult-director" come Robert Zemeckis.
Celebrata nei minimi dettagli quella geniale follia che porta un uomo a sfidare la morte per il gusto della sfida stessa, ho notato tuttavia almeno - a mio parere - tre punti deboli:
1) l'approfondimento del protagonista è alquanto sommario e lascia molte cose nel vago; forse non sempre è spiegabile tutto, ma la passione (non detta) del giovane Philippe per la morte la si accetta per scontata senza tentarne una disamina (o almeno io non l'ho capita);
2) il calcare della sceneggiatura su tutta una serie di disavventure e avversità, che poi magicamente si risolvono, creano il dubbio di un romanzamento eccessivo dell'evento (poi magari è tutto vero...); siccome siamo già ai limiti del possibile, ho avuto la sensazione di una certa dose di esagerazione, che non aggiunge niente alla eccezionalità dell'impresa;
3) infine, l'uso della voce fuori-campo e il racconto a posteriori (oltre alla presenza degli ovvi effetti speciali) toglie quel pathos che si avrebbe in una narrazione lineare dell'evento.
Insomma, riconosco che è un buon film, che esalta una sorta di eroe moderno, ma non è scattata l'empatia necessaria a farmene godere a pieno (per cui gli ho dato un giudizio "sufficiente").
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta