La recensione su Road of the Dead - Wyrmwood

di undying

3 stelle

Ozploitation (ovvero cinema di genere a basso budget australiano) senza storia, da seguire distrattamente e se si ha tempo da perdere. Un pirotecnico e fracassone film sugli zombi, del quale non si sentiva certo bisogno.

Per qualche sconosciuta ragione, l'umanità è colpita da un flagello inarrestabile e devastante: le persone si trasformano in zombie. Fanno eccezione quelli che hanno il gruppo sanguigno A negativo, naturalmente immuni all'infezione. Barry, sopravvissuto ma costretto ad uccidere (con una sparachiodi) moglie e figlia infette, è uno di loro e si mette alla ricerca della sorella Brooke, catturata dai militari e finita come cavia nelle mani di uno scienziato folle.

Indie australiano girato a basso budget, influenzato dal classico di Romero (Zombi, 1978) e dal road movie Interceptor (George Miller, 1979), che si dilunga per quasi 100 minuti con un ritmo frenetico ma al servizio di una sceneggiatura priva di sostanza. Il tema dei morti viventi è ormai abusato e di facile trattamento (anche se Road of the dead è stato pensato dagli autori a partire dal 2010, già all'epoca si era detto tutto e forse troppo) e non sarà certo l'idea del sangue degli zombi usato come combustile (che più sciocca non era possibile) a renderlo originale. Ben girato e con effetti splatter notevoli, ma sviluppato sulla più scontata e prevedibile ripetitività tipica del sottogenere. La storia è quasi del tutto inesistente e non vien dato uno straccio di spiegazione sul perché del contagio e tantomeno sull'agire di certi personaggi (che cosa studia il mad doctor che si diletta a prelevare sangue a ritmo di musica?). Se ci si accontenta delle solite sparatorie, di dialoghi contraddistinti da turpiloquio e di un po' di sangue, Road of the dead si può anche vedere. Ma resta sostanzialmente un esercizio di tecnica (per quanto valida la regia) fine a se stessa.