"A is for Amateur" di E.L. Katz → Un inizio d'Antologia intrigante e divertente, con la preparazione del piano omicida montata con gusto "esaltante" e poi delusione delle aspettative con messa a nudo dell'idiozia e, appunto, dell'amatorialità del killer. Ironica la conclusione. Un inizio molto "divertissement", ma simpaticissimo. (****)
"B is for Badger" di Julian Barratt → Primo mockumentary, anche questo è un mezzo divertissement, anche se con un vago accenno politico (ambientalista) e critico verso il mondo della televisione. (***½)
"C is for Capital Punishment" di Julian Gilbey → Concettualmente apre le porte a spunti di riflessione anche interessanti, soprattutto sulla pena di morte (come ben esemplifica il titolo) e sulla giustizia, però non mi ha convinto troppo la sua costruzione visiva, e pure il montaggio alternato finale non riesce, a parer mio, a rendere veramente avvincente la costruzione della tensione. (**½)
"D is for Deloused" di Robert Morgan → Primo episodio animato, in stop motion, è anche il primo ad avermi dato l'impressione di voler essere qualcosa di più di un semplice divertissement (seppure simpatico come in A, ma anche in B), ad essere qualcosa di potenzialmente artistico. Poi magari è l'animazione e, in particolare, la stop motion che mi cattura a prescindere (probabilmente perché la vedo come un qualcosa di meno accessibile rispetto alle mie "capacità", e quindi come un qualcosa di squisitamente "misterioso"), però in "Deloused" ho respirato un'Atmosfera inquietante, a metà tra Lynch e Barker. (****)
"E is for Equilibrium" di Alejandro Brugués → Vedendolo mi ha divertito, anche se il finale è un po' fiacchino, ma col passare del tempo lo reputo una piccola commediuola, non particolarmente brillante. Però tutto sommato godibile. (***)
"F is for Falling" di Aharon Keshales & Navot Papushado → Uno dei primi episodi dove la politica entra piuttosto esplicitamente in scena, però non mi ha convinto appieno: mi è parso un po' troppo filo-israeliano, ma un po' di speranza per una volontà più anti-conflittuale l'ho conservata. Purtroppo apprendere che entrambi i registi sono israeliani e che uno dei due ha pure militato (pare) nell'esercito israeliano sembrerebbe incentivare un'interpretazione smaccatamente anti-palestinese. Comunque, anche ignorando l'ambiguità (in questo caso spiacevole) sul piano sociale, l'episodio è in sostanza piuttosto fiacchino. (**½)
"G is for Grandad" di Jim Hosking → Episodio evidentemente grottesco e british: il titolo l'ho azzeccato subito, ma invece di abbassare l'impatto generale ha aumentato la curiosità per il Finale, che non delude con una chiusura assai bizzarra e spassosa. Anche questo alla fin fine mi sa che è più un divertissement, seppure con possibili riflessioni sui rapporti intergenerazionali, ma ben costruito, sia nella comicità che nella messa in scena, senza dimenticare l'ottima direzione dei due attori. (***½)
"H is for Head Games" di Bill Plympton → Secondo corto animato, questa volta disegnato, è una divertente degenerazione nell'Assurdo e nel Conflitto, adottando per quasi tutta la sua durata una prospettiva frontale. Potrebbe essere un divertissement puro anche questo, potrebbe voler lanciare spunti su Temi come il Conflitto o i Rapporti tra Generi: in ogni caso è un gran bell'episodio. (****)
"I is for Invincible" di Erik Matti → Divertente episodio che incrocia il Tema dell'Eredità (tant'è che ero sicuro che il titolo sarebbe stato "Inheritance") a quello dell'Immortalità (maledizione? vampirismo?). Divertissement con vago accenno sociale anche questo, ma simpatico. (***½)
"J is for Jesus" di Dennison Ramalho → Un altro episodio esplicitamente politico, ma dai risvolti assai condivisi: si contesta l'arroganza della religione (cristiana) e dell'odio per il diverso (qui per l'omosessualità). L'invito all'Amore come legge magari è un po' retorico, ma la messa in scena, la fotografia, il montaggio, gli effetti e, in generale, tutta la costruzione audio-visiva del Corto è degno di nota: tra i migliori episodi di questa seconda Antologia. (****+)
"K is for Knell" di Kristina Buozyte & Bruno Samper → Corto molto d'Atmosfera, giocato tutto sulla Vista e sul Sangue: non si nota un discorso esplicito, ma riesce ad entrare sottopelle nell'Individuo Spettatore, inquietando anche. (****)
"L is for Legacy" di Lancelot Oduwa Imasuen → È sempre interessante vedere film provenienti da parti del Mondo solitamente oscurate nella distribuzione tradizionale occidentale, e questo "Legacy" per la sua durata riesce a incuriosire. Più passa il tempo dalla sua conclusione e meno ricordi restano, tant'è che sono dovuto andare a riguardarmi la trama per rimembrare quale episodio fosse nello specifico. (**½)
"M is for Masticate" di Robert Boocheck → Corto quasi integralmente in ralenty, con un sottofondo musicale ("A Pearl is not a Diamond" dei White Fence, come ho avuto modo di scoprire) dal sapore evidentemente ironico. Un altro divertissement, ma tra i più divertenti e visivamente interessanti. (****)
"N is for Nexus" di Larry Fessenden → Fessenden è un regista (e attore) che ho scoperto un po' per caso ultimamente e che, pur senza aver visto ancora niente (prima d'oggi), mi intriga assai: a pelle (praticamente solo guardandolo in faccia) mi dà l'idea di un artista bizzarro, in bilico tra genio e trash, e questo mi interessa. "Nexus" conferma in parte questo ritratto ideale: ha un tocco para-amatoriale, propone delle scelte (narrative e visive) di dubbia efficacia, però si avverte una bella dose di Follia, soprattutto nella costruzione in montaggio alternato tra due eventi apparentemente incompatibili. Anche se si intuisce piuttosto facilmente dove voglia andare a parare, riesce a stupire colpendo un personaggio inaspettato. (***½)
"O is for Ochlocracy (Mob Rule)" di Hajime Ohata → Finalmente una giapponesata, e il risultato non delude: si parla di Zombie in una chiave politica, con dei richiami evidenti ad "I Am Legend" di Matheson nella punizione degli umani colpevoli di aver ucciso i non-morti (i quali, grazie ad una sorta di cura, hanno riacquistato la ragione). Il finale magari pare meno brillante col passare delle ore, ma nel complesso "Ochlocracy" rimane uno degli Episodi migliori di questa antologia, a parer mio. (****)
"P is for P-P-P-P SCARY" di Todd Rohal → Episodio in Bianco & Nero, dal sapore decisamente comico ma con derivazioni assai Surreali (anche qui torna in mente Lynch, il che è un bene): la Fotografia è alquanto intrigante, l'Atmosfera è decisamente grottesca, le Interpretazioni degli Attori sono spassose. Un altro degli Episodi migliori. (****½)
"Q is for Questionnaire" di Rodney Ascher → Montaggio in parallelo ed esplicita critica a quei "test d'intelligenza" (ma anche "di carattere") su cui si fondono certi culti (mi è venuto in mente subito Scientology): magari anche questo è uno di quegli episodi che si sgonfiano col tempo, però comunque resta abbastanza impresso. (****)
"R is for Roulette" di Marvin Kren → Mi sono reso conto di aver già visto un film di Kren: "Rammbock", un interessante racconto d'assedio a tema zombie. Comunque, il Titolo di questo Corto è palese fin dall'inizio, ma ciò non toglie nulla all'Impatto generale: come P, anche questo è in Bianco & Nero (anche se mi pare sensibilmente diverso, come resa, rispetto all'episodio di Rohal), tiene ancorato l'Individuo spettatore in attesa dell'esito, e alla fine lascia comunque tutto aperto ad un Qualcosa di inspiegato e misterioso. Divertissement anche questo? Forse, ma, anche qui, il Livello è piuttosto alto. (****)
"S is for Split" di Juan Martínez Moreno → Il titolo si può facilmente intuire vista la scelta di costruire tutto in Split Screen. Il risultato, anche se pure qua sa tutto di Divertissement, è piuttosto intrigante: anche se sono assai di parte (adoro l'estetica "Split", che si tratti sia di "Screen" che di "Focus"), penso che questo espediente tecnico rafforzi assai la Tensione. (****)
"T is for Torture Porn" di Jen & Sylvia Soska → Diretto dalle registe gemelle che porteranno sugli schermi il remake del Cronenberghiano "Rabid", è un episodio non privo né di spunti di riflessione sul maschilismo del mondo dello spettacolo né di immagini intriganti, però anche qui, superato l'impatto "in diretta", la sua memorabilità si affievolisce man mano che le ore post-visione trascorrono. (***½)
"U is for Utopia" di Vincenzo Natali → L'Autore di "Cube" e "Split" dà il suo Contributo, mettendo in scena un inquietante Squarcio futuristico impregnato di Denuncia politica Anti-classista, Anti-conformista e Anti-utopistica: il mondo "perfetto" è tale solo per chi vuole continuare a dominare, sfruttare, schiavizzare il prossimo. A differenza del "Vagitus" di Andrews nella prima Raccolta, qua Natali riesce a lanciare numerosi Spunti di riflessione in un tempo brevissimo (3 minuti) accendendo l'Immaginazione e la Curiosità per una Visione più ampia ma senza dare un'idea di incompletezza. Uno degli Episodi migliori in assoluto, forse anche di tutto il Dittico "ABCs of Death". (****½)
"V is for Vacation" di Jerome Sable → Altro episodio mockumentary, ma privo del divertimento di "Badger" e, nel complesso, piuttosto mediocre, soprattutto ripensandoci dopo qualche oretta. (**½)
"W is for Wish" di Steven Kostanski → Divertente e spassosa presa in giro di certi spot di giocattoli e di certo fantasy: divertissement pure qua (è la Parola chiave dell'intero film, mi sa), però fa ridere assai, soprattutto per il modo in cui sbatte i due ragazzini protagonisti nella brutalità del Mondo di Zorb. (****)
"X is for Xylophone" di Julien Maury & Alexandre Bustillo → Episodio piuttosto cattivello e concettualmente brutale: la coppia di registi ci fa entrare in empatia con la nonna protagonista, e la scelta musicale in contrasto con la brutalità dell'azione compiuta è un tocco di classe. Niente per cui strapparsi i capelli, ma comunque buon episodio. (***½)
"Y is for Youth" di Soichi Umezawa → Corto pieno di trovate assurde e grottesche, ma con un finale un po' buttato lì (e lo dico da amante delle Chiusure drastiche): comunque, una interessante rappresentazione del Disagio e della Solitudine giovanile. (****)
"Z is for Zygote di Chris Nash → Episodio assai inquietante e squisitamente disgustoso, ma anche pregno di Tristezza e di Disagio: non so ancora se trovo il finale come ideale conclusione del corto oppure come smorzamento dell'impatto generale, ma comunque in generale l'impressione è piuttosto alta. (****)
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