Regia di Volfango De Biasi vedi scheda film
Due agricoltori, marito e moglie, sono sospettati di vendere caciotte alla marijuana; arrestati, il figlioletto viene affidato momentaneamente ai due zii combinaguai. Per convincere gli assistenti sociali della bontà della soluzione si ricorrerà ancora alla droga.
Archiviare alla voce: fantascienza. A 2014 in chiusura ci arriva questo film in cui Ambra Angiolini - un personaggio televisivo di totale inconsistenza che a malapena, in vent'anni di carriera cinematografica, ha imparato i rudimenti della recitazione - è considerato un enorme pezzo di figura femminile, contesa da ogni maschio sulla Terra e incomprensibilmente non solo bella, ma addirittura provocante. Ok, la droga è al centro di questo film, ma forse non solo nella storia: viene da sospettare che dovesse essercene a palate nell'aria quando Volfango De Biasi, Alessandro Bencivenni, Gabriele Pignotta, Domenico Saverni e Francesco Marioni hanno scritto la sceneggiatura, anche a giudicare dalle gag in salsa omofoba disseminate con gusto lungo la storia e dalle banalità e soluzioni stantie approntate per la trama (non ultimo, in ordine di importanza fra esse, il lieto fine posticcio e insensato, cioè che non allieta assolutamente nulla). Nel cast anche Lillo e Greg, che non sono Tognazzi e Vianello ma per il cinema italiano di questi anni vanno più che bene; Paola Minaccioni, Paolo Calabresi e il piccolo Niccolò Calvagna, già visto in Anni felici di Daniele Luchetti (2013) e in qualche pellicola del padre, il regista Stefano. Un cinepanettone che tenta di distaccarsi dalle volgarità dei Vanzina e Parenti, ma che a tutti gli effetti ci si avvicina pericolosamente (non mancano barzellette - Perchè tiro e spremo dalla capra e non viene il latte? Eh per forza, quello è il caprone! Ah! Ah! Ah. - e perfino canzoni da osteria). 1,5/10.
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