Regia di John Huston vedi scheda film
Capolavoro o capolavoro mancato (come dice anche Morando Morandini, autore del Castoro su Huston), Il tesoro della Sierra Madre è un film girato come Dio comanda, con uno sviluppo che mette al centro l'avidità di ricchezze, che cresce mano a mano che la montagna partorisce l'oro e lo dona ai tre protagonisti. Nonostante che il caso metta sulla strada di Dobbs (Bogart) e Curtin (Holt) una sorta di spirito guida (Howard, interpretato dal padre del regista, Walter Huston) e poi un angelo custode di nome Cody (Bennett), la lotta paranoica per impadronirsi dell'oro, o comunque per non esserne spossessati, diventerà sempre più ossessiva, soprattutto per il personaggio interpretato da un ottimo e spettinato Bogart. Che era quello che per tre volte, all'inizio del film, aveva ottenuto da un misterioso personaggio vestito di bianco (impersonato dal regista medesimo) una moneta per lasciare il Messico. E la conclusione della corsa all'oro non potrà che essere quella di tanti altri film hustoniani: basti pensare, dopo questo, a Giungla d'asfalto (1950) e a L'uomo che volle farsi re (1975).
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