Regia di Luc Peter, Stephanie Barbey vedi scheda film
FESTIVAL DEL FILM DI LOCARNO - SEMAINE DE LA CRITIQUE
BROKEN LAND ci riporta nella valida Semaine de la Critique con i suoi interessanti documentari: la coppia di registi Stephanie Barbey e Luc Peter ci portano al confine vastissimo tra Messico ed Usa, teatro di scontri, tentativi di migrazione a senso unico, di commerci clandestini di stupefacenti e di vite umane come carne da macello. Un muro, strutturato a tratti sotto forma di grate spesse, alte e ricorrenti in acciaio come una prigione a cielo aperto, altre volte come una parete continua e spessa tipo Muro di Berlino, divide due realtà di un unico esodo diretto negli Usa. La barriera diviene un divieto, un ostacolo, un punto fermo per vietare o bloccare una migrazione senza precedenti o quasi, visto quanto succede tra le nostre isole e l'Africa sahariana.
I due registi intervistano la polizia del luogo, che ritrova e cataloga meticolosamente scheletri e resti umani, o ancora più inquietanti pezzi di giocattoli rotti che denunciano la presenza (e probabilmente la fine per stenti) anche di bambini e neonati, senza riuscire a programmare qualcosa di più concreto e con scopo preventivo o cautelativo; ed intervistano alcuni abitanti della parte statunitense, che si armano e vivono protetti nella legittima consapevolezza della loro titolarità ad usare gli ordigni ogni qualvolta giungesse anche solo un sospetto di intrusione da parte di emigranti o senzatetto. Atteggiamenti che divengono addirittura ossessivi e ci fanno perdere ogni parvenza di umanità in nome di una legge del più forte che davvero ricorda il vecchio Far West.
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