Regia di Tiziano Sossi vedi scheda film
Una ripresa essenziale con camera fissa in due punti di una terrazza e infine una sequenza a mano libera nel finale per parlare anche di Pasolini. Vincent Dieutre è un regista di film sperimentali e audaci conosciuto solo dai cinefili in Italia e quindi questo documento è molto interessante anche per conoscere la sua vita e il suo pensiero. Sembra molto a suo agio senza pose tipiche delle interviste viste e riviste nei documentari e questo è un punto a favore del regista, l'aver neutralizzato il regista e aver fatto uscire l'essere umano. Molto sincero e diretto pare anche nelle risposte, Dieutre, fa trasparire un amore per Godard ma anche un certo disappunto per il comportamento degli ultimi anni del cineasta della nouvelle vague. Si parla di punk di Brian Eno, di droga, di infanzia, di problemi produttivi. Sossi riconosce sempre gli spunti di Dieutre sia che si parli di musica, di cinema o di arte, importante in un'intervistatore. Senza inutili virtuosismi il mediometraggio arriva allo scopo, Vincent Dieutre che parla a cuore aperto alla camera e cioè al regista e al pubblico, con qualche momento in cui guarda altrove, da lì il titolo ma anche perché lo sguardo di Dieutre nei suoi film è diverso e non è conformista. Presentato a Palermo al Sicilia Queer FilmFest.
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