Regia di Carol Reed vedi scheda film
"In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù." questa è la frase che più mi rimane impressa del film: un'impressionante, ambigua e lucida difesa del male targata Orson Welles. Inutile dire che quando Welles compare nella pellicola, Il terzo uomo fa un salto di qualità ed assurge a capolavoro assoluto del genere noir (e non solo). Il suo volto ironico e beffardo illuminato, per pochi istanti, dalla luce di una finestra dovrebbe restare negli annali. Il suo personaggio ha lo stesso fascino ambiguo dell'ispettore Quinlan.
Ma, a parte Welles, anche tutto il resto funziona magnificamente.
Funziona l'intreccio giallo/thriller/noir che non è troppo ingarbugliato e tiene sulla corda lo spettatore dall'inizio alla fine, impedendogli di distogliere gli occhi dallo schermo. Funziona la colonna sonora che si sposa magnificamente con le immagini donando loro velocità e ritmo e, talvolta, contrasta con la drammaticità di alcune scene rendendole ancor più fascinose. Funziona la Vienna devastata dai bombardamenti che, nelle scene notturne, cupe ed angosciose, appare più affascinante e romantica di Parigi. Funziona la regia che ci regala alcune sequenze memorabili e che fa un intelligente uso dei primi piani per comunicare sensazione ed emozioni, senza ricorrere per forza al dialogo. La sceneggiatura è di una solidità perfetta e scorre come un romanzo avvincente che è impossibile riporre (e difatti poi ne verrà tratto uno). Funziona anche la fotografia in bianco e nero che avvolge Vienna di cupo mistero, romanticismo e magia. Insomma, uno dei migliori film del genere giallo/thriller/noir ed uno dei migliori di sempre.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:3 impegno:3 tensione:3
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