Regia di Carol Reed vedi scheda film
Nella Vienna con le ossa rotte del dopoguerra, un triangolo con un avversario/amico latente,un amico tradito ma non rancoroso, e una donna accecata dall'amore per un uomo che non la merita:il romanzo di Graham Greene è trasferito sullo schermo per divenire un classico del thriller. Accompagnato dalla musica indimenticabile di Anton Karas che ne sottolinea la scioltezza di racconto, il film, oltre a garantire un intrattenimento godibilissimo, mette in gioco una riflessione sull'amicizia,che inclina sempre a viziare l'opinione circa qualcuno, e sulla non-geometria dell'amore, giacchè coraggiosamente, per i tempi, Reed e Greene non impongono alla storia un finale lieto, che premia l'eroe sentimentalmente, ma conferma l'amarezza di cui è intrisa tutta la storia. La presa di coscienza dello scrittore, ancora non in grado di confessare a se stesso l'infamia di cui un carismatico e affascinante personaggio quale Harry Lime, avviene di fronte allo scempio su innocenti causato dall'avidità pratica dell'uomo che tutti conoscono e nessuno sa dove sia: è un film di significati ampi e profondi, che serve allo spettatore tre o quattro battute da ricordare per arguzia e incisività, un cast messo insieme con bravura, una regia alla quale non difetta niente. Cotten è un tramite esatto tra chi ha creato il film e chi lo recepisce, Alida Valli(di cui i titoli riportano solo il cognome, come "Pier Angeli"....) è incantevole e intensa nella sua femminilità stordente, e Welles, che appare fisicamente nella pellicola per non più di dieci-dodici minuti, ma tutti da cineteca, entra in scena con un sorriso da killer e esprime la doppia natura del suo tentatore accattivante e turpe. Come tutti i classici, un film che non sa invecchiare.
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