Regia di Carol Reed vedi scheda film
Nero profondo, fra le ombre della Vienna fine anni '40 e la pellicola in bianco e nero che risalta il buio delle scene notturne, tante, della storia. Cotten e la Valli sono bravissimi e al posto giusto, ma, manco a dirlo, pur comparendo poco e solo negli ultimi quaranta minuti, la parte del leone è quella di Welles, istrionico come sempre. La scena della giostra è da antologia del cinema: è fondamentalmente lo scontro fra il bene e il male, una lotta (promessa) fra la moralità di Martins e l'ambiguità approfittatrice di Lime: entrambe eccessive. Che vinca la prima non è comunque una consolazione: i danni prodotti dai loschi traffici di Lime sono già enormi. Dato il periodo storico, un film di 'scontri' e di battaglie, morali e materiali, non può sorprendere.
Nella Vienna postbellica spartita fra i militari di quattro nazioni diverse, arriva uno scrittore americano in visita presso un amico, Harry Lime. Lime è però morto in un sospetto incidente stradale proprio alcune ore prima. Lo scrittore indaga e scopre che non solo l'amico è ancora vivo, ma che è ben lungi dall'essere quello stinco di santo che si supponeva essere. La polizia fa leva sul rigore morale dell'americano, che collabora alla cattura del latitante.
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