Regia di Paul May vedi scheda film
Preso da solo, quello di Paul May non è, a rigore, un film strettamente bellico, cosa che invece è se considerato insieme agli altri due titoli in compagnia dei quali costituisce il primo capitolo di una trilogia, cioè La strana guerra del sottufficiale Asch e 08/15 Kaputt (entrambi del 1955).
Si tratta, in ogni caso, di uno sguardo inconsueto su un reparto dell'esercito germanico alla viglia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Non è facile trovare nella cinematografia tedesca dell'immediato (o quasi) dopoguerra un prodotto che, come questo, unisca all'antimilitarismo e alla satira dell'esercito una descrizione lucida ed autocritica della mentalità che, all'interno o al di fuori dell'ideologia nazista, condusse un intero popolo ad aderire alle ragioni di una guerra di brutale aggressione.
Non si può certo affermare che 08/15 sia un capolavoro, ma di sicuro è un film che non sfigura in un'antologia sul cinema militare (e antimilitarista) e, per quel suo gettare lo sguardo tra l'aspetto tecnico-logistico e quello personale-affettivo dei soldati, si situa a buon diritto in un filone ideale che si muove tra Da qui all'eternità e Comma 22 o M.A.S.H.
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