Regia di Pascal Thomas vedi scheda film
Pascal Thomas non sarà uno dei nomi più ricordati della cinematografia francese, ma può ormai vantare una serie di titoli veramente interessanti e questa è forse la sua opera migliore. Nell’intreccio tra vicende di adulti e bambini, si respira un’aria delicata quanto seria che ricorda “L’argent de poche” (1976) di François Truffaut. Qui, però, il ruolo degli adulti prevale, nulla togliendo alla spontaneità e bravura degli attori in erba. La descrizione del rapporto tra Martin (Vincent Lindon), ludodipendente con precedenti penali e la figlia Victoria (Victoria Laffaurie) scava nel profondo, inverte il rapporto adulto-bambina. Si dice che con i bambini bisogna avere pazienza. Qui è la piccola Victoria a dimostrarne veramente tanta, confrontata ad un padre completamente inaffidabile, un padre che adora e che in fin dei conti riesce ad aiutare. Poi, c’è il commissario Pelloutier, un impeccabile e quasi austero Olivier Gourmet, funzionario sobrio e autorevole, che vive il suo mercoledì tra il parto a distanza della moglie e i casi in cui sono coinvolti alcuni protagonisti del film. L’attore belga accumula le partecipazioni in cui lascia il segno. Ad Isabelle Carré tocca il ruolo più ingrato, quello della madre eroinomane che muore sotto gli occhi dell’incredula figlia. Un momento duro in una storia tutto sommato ottimista, percorsa da figure plausibili e convincenti. I bambini, in particolare, brillano per naturalezza e spontaneità, sembrano tutti talenti nati, anche se sappiamo trattarsi di una dote naturale che, nella maggior parte dei casi, si perde con la crescita. Resta che qui catturano letteralmente lo spettatore. I quattro piccoli incoscienti che s’impadroniscono di un’imbarcazione fluviale ricordano con brividi e allegria la gita in pullman dei picchiatelli in “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman (1975). Il gruppo di ragazzine che “adotta” un bambino di tre anni smarritosi per negligenza dei genitori è una delle trovate più divertenti dell’intero film. Il ruolo di Catherine Frot nei panni della moglie di Martin è breve, troppo breve, ma l’attrice si riserva un’entrata in scena, quando meno te lo aspetti, degna di dive come Barbara Stanwyck o Bette Davis. Donne non bellissime, ma dal carisma dirompente. L’attrice e il regista sembrano darsi appuntamento per le due divertentissime e sottovalutate pellicole tratte da romanzi di Agatha Christie (“Mon petit doigt m’a dit...” del 2005 e “Le crime est notre affaire” del 2008), con Catherine Frot protagonista, accanto ad un impagabile André Dussollier. Dal 1972 in Francia il mercoledì non si va a scuola. Di per sé, la riforma fu poca cosa. La giornata di vacanza sostituiva semplicemente il precedente giovedì, ma ebbe un singolare effetto nell’introdurre ritmi e abitudini nella fruizione del cinema. In tutto il Paese, i nuovi film escono in sala ogni mercoledì alle 14,00 e di mercoledì le reti televisive in chiaro non possono trasmettere film (come il sabato sera, peraltro). Quando si dice invogliare a frequentare le sale! Raccomando vivamente questo invisibile film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta