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Blood Moon

Regia di Jeremy Wooding vedi scheda film

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La recensione su Blood Moon

di scapigliato
6 stelle

Città fantasma, diligenze solitarie, stranieri appiedati e boschi lugubri e misteriosi. Sugli elementi tipici del genere western, in Blood Moon domina però lo stregonesco con atmosfere grevi e invernali, personaggi ambigui ed enigmatici, creature mostruose sputate dal buio delle leggende ancestrali. È un lupo mannaro a terrorizzare i malcapitati rifugiatisi a Lassiter,  una cittadina abbandonata dopo lo sfruttamento delle miniere locali, proprio in una notte di luna rossa. Leggende indiane vogliono che durante le notti di luna rossa, red moon o blood moon, gli skinwalkers si trasformino in lupi mannari. È così anche nel film diretto da Jeremy Wooding, produzione all brit girata nel sud dell’Inghilterra e straordinariamente ispirata per set decoration e western mood. Già dalle prime sequenze si capisce che l’occhio non è quello del dozzinale regista americano che fa un western straight-to-video, bensì un professional che cerca un prodotto diverso.

Così, tra lupi mannari, fuorilegge, pistoleri solitari e belle donzelle per nulla indifese, Blood Moon ci trasporta davvero in un weird western, altresì detto horror western, gothic western – in linea con il nostro western gotico dei ’70 – o anche werewolf western. Tutto va bene per definire atmosfere, taglio, elementi narrativi, iconografie e tematiche di un film che compenetra tra loro li aspetti più identificativi dei due generi di riferimento – western e horror – riuscendo a divertire con stile. Fino ad un certo punto, però.

Il problema di fondo è la storia. Un’unica location, un gruppo di personaggi circoscritto, un plot e tematiche già viste, non possono tenere più di un’ora di film se non hanno una marcia in più. Marcia che può essere di tipo estetico o tematico – splatter, eros, humor – o di tipo linguistico – inquadrature, montaggio, effettistica – anche se va detto che sia la fotografia che il taglio tecnico delle inquadrature è notevolmente superiore alla media del low-budget. Dalla sua il film gioca anche un reparto attori in buona parte ispirato, ma alla lunga l’idea, buona per un mediometraggio, tende a mollare la tensione e a svelare tutti i limiti di una piccola produzione senza idee. Se non quella di partenza. Molto brutto il lupo mannaro: meglio se restava un’ombra, una sagoma, un artiglio insanguinato.

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