Regia di Sergio Assisi vedi scheda film
Il luogo comune che dà il titolo all’opera prima di Sergio Assisi - interprete partenopeo attivissimo fra palcoscenico, grande schermo e comparsate tv - funge da fil rouge per l’operazione di presunto ribaltamento degli stereotipi sul capoluogo campano. Non ci sono sole, pummarola, musica neomelodica o caotica allegria nelle esistenze dei tre individui male assortiti le cui vicende si intrecciano per le vie di Napoli: Barnaba, senza lavoro e senza più donna, spera nel miracolo di un bancomat dall’erogazione incontrollata;?Jacopo, mestissimo impiegato sepolto in corridoi kafkiani, fallisce perfino nei reiterati tentativi di suicidio; Sonia, che arriva dal nord per un dottorato in storia dell’arte, è sconvolta dalle mani morte in autobus e dagli strillati «pucchiacchella!» che le giungono per strada. Esilissima, la trama che li unisce porta i tre sulla via del riscatto, in una messa in scena favoleggiante che fa della metropoli partenopea una location quasi astratta, versione immaginaria e ludica di una città reale. Assisi, che accomoda la sua faccia da schiaffi nel ruolo del mattatore Barnaba, giustappone in siparietti dal piglio teatrale un copione dall’umorismo blandissimo (la sindrome di Stendhal di Sonia viene storpiata in «sindone»; la sua logorrea scambiata per disturbo intestinale), che insegue un registro grottesco (soprattutto grazie all’afflitto, bravissimo Ernesto Lama) mai realmente padroneggiato, confezionando una commedia goffamente infantile.
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