Regia di Severin Fiala, Veronika Franz vedi scheda film
Lento, prevedibile, ripetitivo e con un quarto d'ora finale che vorrebbe scandalizzare e per fare questo ricorre alla più elementare violenza gratuita. Antipatici anche i due piccoli protagonisti, e ci tocca vederli per tutto il film essendoci solo un terzo attore: la mamma.
Due bambini gemelli si ritrovano a vivere senza padre e, per giunta, a seguito di una operazione chirurgica, la madre deve tenere il volto corpo durante la riabilitazione. È in tale contesto che i fratelli iniziano a dubitare della reale identità della madre, in questo suggestionati da una foto che ritrae il genitore assieme ad una amica che le somiglia...
Terrificante è l'idea di mettere in scena un torture porn dove la vittima è la madre e i torturatori due adolescenti. Dall'Austria un film di una sconsolatezza unica e per il quale (film noiosissimo dall'inizio alla fine) ci si sono messi in due a dirigere tre-diconsi-tre attori dei quali due (antipaticissimi) gemelli che armeggiano con scarafaggi (?!) e si prendono a ceffoni.
E per favore: non mi si venga a dire che si tratta di un tipo di film che vuole veicolare il messaggio dello sgretolamento familiare, e quindi (perché spacciato per cinema con significato) meritevole dei Festival che ha attraversato (da Venezia a Lubiana, passando per Salonicco e Sitges).
Di male in peggio, a Graz Goodnight mommy si è portato a casa il Premio Diagonale: e nessuno mi toglie dalla testa che i due autori siano stati favoriti giocando in casa.
La cosa che più infastidisce è che ancora ci si perde a promuovere pellicole insignificanti come questa -che nulla aggiunge al discutibile filone (poco) torture e (molto) porn (i francesi con Martyrs avevano già detto tutto)- a discapito di altri gioiellini che nemmeno trovano la via della distribuzione. Ne siamo certi, roba come questa è destinata ad essere trasmessa almeno un paio di volte all'anno sui canali di Stato.
I gusti non si discutono per carità, ma che Goodnight mommy sia un film sgodevole (ovverosia brutto e noioso) è, e resta, un dato di fatto...
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