Regia di Severin Fiala, Veronika Franz vedi scheda film
Insostenibile.
È un'esemplare di cinematografia austriaca, e per questo presenta già qualche elemento di interesse, essendo essa non certo molto prolifica. È pure un film girato benino, che gode di una discreta costruzione della suspense, e di un'ambientazione originale.
Pare tuttavia che Michael Hanecke sia riuscito ad imporre una regola a sceneggiatori e registi del suo paese, cioè che i bambini devono essere rappresentati cattivi, e qui lo sono oltremodo, più di quanto il regista stesso de “Il nastro bianco” aveva mostrato.
In questo senso, secondo me, il film passa una linea rossa di tollerabilità, e v giunge in quella zona dove non io accetto compromessi. Avrei potuto accettare adolescenti crudeli e sadici, perché purtroppo ve ne sono, oltre che naturalmente e ancor più adulti sadici. Ma due bambini che, con naturalezza e disinvoltura, torturano una donna, benché detestabile, come se fosse una lucertola o un ramarro, questo è secondo me troppo. Questa naturalezza mi è stata più indigesta della violenza stessa. Esplosioni di rabbia e pugni, ad esempio, contro la donna sarebbero stati verosimili, ma non quella gelida determinazione e quell'intelligenza della messa in atto che di certo eccede l'età dei due gemelli.
A margine, segnalo anche che i bambini parlano troppo poco tra di loro, benché siano in una situazione misteriosa che non gli dà pace. E Susanne Wuest è troppo palestrata per essere attraente.
Con lo stesso soggetto e la stessa trama, ma senza torture (per la donna e lo spettatore), si poteva trarre un gran film di suspense e mistero, senza rinunciare alla componente horror.
Il titolo italiano, che è in inglese, aggiunge orrore all'orrore, mentre quello originale è più asettico e opportuno, cioè “Io vedo, io vedo”.
Consigliato solo a chi ha del pelo sullo stomaco.
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