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In the Basement

Regia di Ulrich Seidl vedi scheda film

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La recensione su In the Basement

di alan smithee
8 stelle

locandina

In the Basement (2014): locandina

VENEZIA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CNEMATOGRAFICA - FUORI CONCORSO 

Un falso documentario, o un ibrido di docu-fiction, ci riporta – sarcastico e pungente più che mai – il regista austriaco Ulrich Seidl, deciso una volta in più a infierire nelle profondità malate e perverse che si annidano all'interno (questa volta letteralmente) delle case dei suoi connazionali.

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In the Basement (2014): scena

La cantina, possiamo notare lungo questo viaggio “sotterraneo”, anziché luogo utile per immagazzinare, conservare, parcheggiare oggetti, viveri, mobilio ed oggettistica magari al momento inutile o superflua, diviene, almeno nelle case prese in considerazione, un luogo di vita e di svago ove consumare, al riparo o alla lontana da condizionamenti esterni, le proprie passioni: sane o malsane, lecite o perverse che esse siano.

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In the Basement (2014): scena

E dunque da una innocente palestra, ad una tavernetta per feste di famiglia, ad un freddo ma indispensabile locale lavanderia (meravigliose, anzi memorabili le fissità ottuse di donne opulente nei pressi della lavabiancheria) , si passa ad una alcova per piaceri dominanti, ad una bacheca di vetro dove un uomo passa il suo tempo a contemplare il suo enorme boa albino che azzanna ed inghiotte in un baleno il suo piccolo grazioso topo da cena; ad un piccolo teatro ove coltivare antiche e malsane riminiscenze o nostalgie naziste, o dove sfogare i propri istinti repressi di mamma mancata attraverso lo spupazzamento di inquietanti bambolotti che paiono neonati autentici, maniacalmente conservati in scatole protette amorevolmente e collocate in scaffali che ricordano sinistramente loculi mortuari a piccionaia. E poi ancora un reliquiario macabro di teste mozzate di animali per un cacciatore che pare più un serial killer cannibale, un patito di armi melomane che si esercita ad affinare la mira in uno scantinato che diventa un vero e proprio poligono di tiro; le confessioni di un forte eiaculatore, a suo dire ricercatissimo dalle prostitute per prestazioni senza contropartita, piuttosto che quelle di una donna dominante alle prese col suo uomo-cagnolino, o ancora quelle di una donna amante del sadomaso spinto, che auspica un rapporto con un uomo sicuro e picchiatore e nel contempo si batte contro la violenza sulle donne. 

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In the Basement (2014): scena

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In the Basement (2014): scena

Siamo alla frutta; al benessere esasperato che procura danni irreversibili alla sanità mentale; alla noia dilagante che uccide la ragionevolezza ed attizza fantasie sempre più eccessive, stravaganti o proibite. Il girone della follia senza freni di Seidl continua e questo bizzarro, disturbante, ma anche francamente spesso divertente documentario che aggiunge un allarmante, per quanto scanzonato tassello in più alla follia generalizzata di un popolo privilegiato che comincia a piegarsi sotto il peso della propria raggiunta soglia di soddisfazione, quella oltre la quale regna la noia e dunquela voglia di evadere con stravaganze e bizzarrie sempre più spinte, tanto da elevare la cantina a teatro preferenziale e luogo sovrano ed eletto per provare fugaci ma genuini attimi di piacere.

 

 

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