Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
Tsukamoto continua il suo percorso personale, cambiando anche genere (guerra, e remake del capolavoro di Ichikawa), ma non tradendo il suo stile, il suo cinema, le sue idee e le riflessioni sulla carne, su l'uomo e le sue guerre... Non è tra i migliori film che ha realizzato ma avercene di così, sperimentali e coraggiosi. In una vecchia intervista raccontava, vergognandosi, di non essere stato colpito da La sottile linea rossa di Malick: la sua idea, sul cinema di guerra, era completamente diversa ed opposta. Infatti, il suo Nobi, non è filosofico-spirituale, ma terreno-carnale: non esiste nessun Dio. Solo l'uomo, con tutti i suoi orrori. Senza speranza.
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