Regia di Andrej Konchalovskij vedi scheda film
Sulle rive del lago Kenozero, nelle perdute lande della regione di Arcangelo nel nord della Russia, i collegamenti con la città appaiono un miraggio. Chilometri e chilometri di acque separano un piccolo villaggio dal primo piccolo centro urbano e i collegamenti appaiono difficoltosi. Solo il postino Ljokha si sposta tutti i giorni grazie alla sua barca a motore per trasportare posta, pensioni, pane e tutto ciò che serve allo sparuto numero di concittadini. La vita nella zona non è semplice: si vive di agricoltura e di pesca, si esercita il potere sui più deboli, la televisione è l'unica compagnia, le leggende si tramandano di generazione in generazione, da lontano si osservano missili prendere il volo verso lo spazio e la vodka scorre a fiumi, sia per consolarsi sia per evadere da una realtà ferma nel tempo. Chi ne ha la possibilità, coglie al balzo l'occasione per trasferirsi e rimuovere le proprie radici: l'obiettivo è andare verso quel presente, che altrove può garantire serenità anche a discapito della felicità.
Per Ljokha, avvezzo a muoversi tra rive e vecchi edifici segno di un passato florido ormai destinato a non ritornare mai più, cambia quando di notte qualcuno ruba il motore della sua barca. Ricomprarne uno nuovo è alquanto complicato: gli mancano i soldi, nessuno è disposto a fargli un prestito e la burocrazia ha tempi lunghi per provvedere alla sua richiesta. Vedendo andare via una ex compagna di classe, per cui prova qualcosa di inespresso e con il cui figlioletto ha stretto un'intensa amicizia, in Ljokha balena il desiderio di mollare tutto e tutti ma il richiamo della terra natia si rivelerà un cordone ombelicale difficile da recidere.
Interpretato dai veri abitanti del villaggio, The Postman's White Nights è una complessa opera socio-antropologica, tesa a evidenziare uno stile di vita che, seppur arcaico, è nostro contemporaneo. Laggiù, dove nessuno è in grado di arrivare, si vive in una dimensione arcaica fatta di leggi non scritte che tutti condividono. Il progresso, un miraggio osservato da lontano e discusso come qualcosa che prima o poi porterà alla morte del villaggio stesso, ha contribuito a creare uno stato di povertà e isolamento caratterizzato da rapporti incomprensibili da chi arriva dall'esterno. La scomparsa per cause naturali della donna più anziana della comunità viene vista come la morte del romanticismo comunista, di un'utopia che non si è mai realizzata e che difficilmente si concretizzerà.
Liberarsi delle proprie origini, inoltre, è impossibile. Vecchie streghe acquatiche, le allucinazioni legate a un vecchio gatto grigio e la sensazione di sentirsi utili a qualcuno, non permetteranno a Ljokha di abbandonare la barca, scelta che avrebbe decretato in un certo qualmodo la fine definitiva di un'epoca: nonostante la merce e le pensioni arrivino lo stesso, Ljokha sa bene di avere sulle spalle una responsabilità che altri difficilmente capirebbero. Ammaliando con le straordinarie riprese del territorio e concedendo carta libera alle vere storie degli abitanti del posto, Konchalovsky realizza un lungometraggio che, poggiando sulle spalle del documentario, potrebbe essere esteso a ogni periferia del mondo, costretta a fare i conti con le forze opposte con cui si muovono le società moderne: centripeta per i grandi centri e centrifuga per i piccoli borghi lontani dal nucleo della civiltà.
TRAILER POSTMAN'S WHITE NIGHTS from Antipode Sales on Vimeo.
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