Regia di Philip Kaufman vedi scheda film
Sicuramente il film di Kaufman, ottimo professionista di non grandissima inventiva, non ha la sua qualità più evidente nell’originalità, essendo il remake di “L’invasione degli ultracorpi” (1956). Ma sbaglia chi ha criticato questo lungometraggio perché realizzato fuori tempo (è finita la psicosi dell’invasione comunista), perché troppo affidato agli effetti speciali (salvo esaltare, una ventina d’anni dopo, quelli “mirabolanti” del “Signore degli anelli”) e perfino per la sua ambientazione a San Francisco, giudicata sbagliata (e perché mai?). In realtà, l’invito a non addormentarsi, di fronte a nessun tipo di aggressione, specialmente di quelle più subdole, che arrivano attraverso i mezzi di comunicazione di massa, è oggi più attuale che mai. In questo senso, “Terrore dallo spazio profondo” può costituire una interessante variante di “1984” di Orwell. Può destare qualche perplessità, caso mai, la scelta di Donald Sutherland come eroico protagonista, ma anche l’opzione di un attore generalmente impiegato per personaggi cinici e disincantati può essere vista come un segnale di coraggio cinematografico.
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