Regia di Wang Xiaoshuai vedi scheda film
VENEZIA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA – CONCORSO
Mancano solo più tre film all'appello per terminare il concorso (nomi notevoli come Ferrara, Kinchalowski e Niccol), ma, salvo ulteriori e benvenute sorprese, Alan ha trovato questa sera il suo personale Leone d'oro nell'ultimo, concitato e perfetto film del cinese Wang Xiaoshuai, ai più noto per il celeberrimo e citazionista Le biciclette di Pechino.
Mentre la Cina di oggi inizia seriamente a fre i conti con l'invecchiamento della popolazione, che evidentemente negli ultimi dieci anni vive mediamente di più e ha a disposizione meno prole che si possa occupare di lei accudendola nel processo regressivo della vecchiaia – anche a causa del diminuito numero di giovani in seguito alle politiche restrittive sulla natalità pro-capite - la nostra storia si focalizza su Deng, vedova settantenne in pensione con due figli adulti ed un nipote.
Ancora in buona salute, occupa le sue giornate, malinconiche e solitarie dalla recente dipartita del marito, ad andare a dare da mangiare in ricovero alla madre ultranovantenne e a preparare cibi per i due figli maschi: uno sposato con un figlioletto, l'altro omosessuale, e come tale oggetto di diffidenti attenzioni da parte della genitrice.
La routine quotidiana che scandisce le giornate di Deng è interrotta da quando telefonate anonime e mute cominciano a tempestare in modo maldestro la casa della donna: la quale ha pure impressione di essere seguita sempre dallo steso misterioso ragazzo in maglietta a righe, fino a che una sera un mattone lanciato dal cortile le infrange il vetro della finestra del salotto, mentre anche a casa del figlio, quando è presente la donna, scherzi di cattivo gusto cominciano a manifestarsi dal nulla.
La donna, che ogni giorno è solita discorrere mentre pranza sola con l'anima defunta del marito, decide con i figli di fare denuncia alla polizia di tutti quei strani accadimenti, fino a scoprire che il ragazzo misterioso è effettivamente ricercato dalle forze dell'ordine per alcuni episodi di scasso nella stessa zona ove abita la donna, e pure accusato dell'omicidio di un uomo trovato dissanguato con ferite da arma contundente.
Xiaoshuai procede con estrema cura del dettaglio a dipanare la matassa intricata, ma non senza una spiegazione logica che finisce per fugare dubbi o misteri che invece altrove, in un thriller a tinte horror che si rispetti, sarebbero rimaste fumose e generiche, votate a ragioni meno concrete e decisamente più evanescenti.
Senza entrare troppo nei particolari, aggiungo che la spiegazione di tutto si riconduce a quarant'anni prima, quando la tenace Deng riuscì, con un sotterfugio decisamente disonesto, a truccare le carte che avrebbero permesso alla sua famiglia di trasferirsi dalla campagna sterminata e povera a Pechino, coronando il suo sogno di madre di partorire il secondo figlio in città. Tutto a scapito di una famiglia di vicini di casa che, senza trucchi o sotterfugi, avrebbe avuto la priorità su di loro.
I rancori del passato che giungono ai giorni nostri tramandati di padre in figlio, quando invece il tempo dovrebbe favorire la dimenticanza dei vecchi rancori per andare avanti con spirito di collaborazione e superiorità per tutto ciò di meschino che è stato fatto in momenti davvero duri di fame e povertà.
Il film, concitato come un noir, con venature quasi horror per la presenza di fantasmi, reali o immaginari che siano, legati ad affetti troncati o a sensi di colpa che non è facile cancellare via, procede senza distrazioni catturando lo spettatore in un labirinto affascinante dalla soluzione matematica e chiara, drammatica e dolorosa come finiscono inesorabilmente spesso per essere le drammatiche vicende della vita, spesso poco propensa a fare sconti o regali inaspettati.
Grande costruzione dell'intrigo, personaggi principali e non disegnati con cura e nei dettagli, nelle sfumature caratteriali che rispecchiano in definitiva tutte le casistiche presenti in ogni comunità moderna di quasi ogni angolo del globo. E grande regia, che sa catturare, calibrare i tempi per svelare le sue carte e sbrigliare una matassa che si avviluppa nelle maglie di un progresso economico veloce e repentino, che ha saputo premiare i più scaltri e punito i meno reattivi ed i più onesti.
Accolto questa sera con una certa freddezza dalla stampa durante la proiezione ad essa dedicata, Red Amnesia diventa, salvo eventuali variazioni dei prossimi due giorni, che naturalmente vi potrò riferire, il mio Leone d'oro personale e del cuore.
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