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Gli invisibili

Regia di Oren Moverman vedi scheda film

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La recensione su Gli invisibili

di zombi
7 stelle

george hammond un nome ce l'ha, ma non ha più nient'altro. viene cacciato da una casa che dice di essere di sheila all'inizio del film e deve cominciare il suo iter per avere un posto dove andare a dormire, perchè fuori, in città c'è molto freddo. GLI INVISIBILI per me non si addice al film. è un titolo da programma sociale che indaga il fenomeno per cui molte persone si ritrovano a dormire per strada. gli intenti di moverman secondo me sono altri, insieme a quello che indica il titolo italiano. letteralmente TEMPO FUORI DI TESTA, george hammond vaga per la città rifiutando lo stato di senza tetto. ad un certo punto del film confessa al "suo amico" di RIFUGIO l'iter della sua caduta, ma non è la SPIEGAZIONE della sua caduta ad interessare il film. george vaga per la città alla ricerca di questa fantomatica sheila, che poi trova e riperde, ma è qualcosa di sè che cerca. un fastidioso iter burocratico per riavere la propria identità e riprovare a rientrare nei binari di una vita tanto banale quanto indispensabile. george non ha più documenti, niente, e deve assolutamente averne uno per poter tentare di riconquistare la vita. una vita dentro precisi recinti che gli consentano di pisciare in un bagno dentro una casa e non liberamente dove capiti in una delle strade più trafficate della città. perchè non è vero che non sei invisibile; la gente ti vede benissimo e ti evita sapientemente, ma non perchè liberarsi di un centino sia tutto questo sacrificio, bensì perchè sei uno dei tanti e la vita impone dei ritmi dai quali tu sei escluso ma ne sei anche un fastidioso, maleodorante e rumoroso inciampo... come una buca nell'asfalto. ogni cosa è fuori dalla testa di george. il tempo è un concetto inutile che non gli compete. il suo "amico" del "rifugio" parla talmente tanto che non gli permette di pensare. è un bene per un pò, ma poi nei pensieri che sovraffollano la mente di george, urge di nuovo ripristinare un ordine, e tra le priorità svetta maggie, la figlia che fa la barista. moverman si muove tra le strade della grande città, utilizzando le riprese e le postazione classiche dei film che inseguono la realtà utilizzando il divo per impersonare un personaggio spiazzante, ma per fortuna non ha l'effetto luna park MONSTER-CHARLIZE THERON. durante tutto il film vediamo in primo piano george , ma sentiamo frammenti di altre storie, ed è questo secondo me il punto forte del film di moverman. non è tanto l'effetto docu, bensì la presenza-assenza di george tra le vite di migliaia di persone che gli gravitano attorno e alle quali lo spettatore non può non fare attenzione. george è costretto a rivedersi negli esami psicologici dei vari assistenti sociali per poter avere un letto, dei buoni pasti e un documento d'identità che ne certifichi l'esistenza. avrebbe si un'altra scelta, quella di lasciarsi morire come senzatetto ai bordi di una stra sudicia o sotto una panchina. ma lui la sua scelta l'ha fatta e senza tanto fragore il film ci lascia con una confortante speranza di lieto fine. strepitoso RICHARD GERE che utilizza la sua fama di divo per produrre un film in cui compare per tutto il tempo, senza l'effetto del divo imbruttito. più che mimesi potremmo parlare di perfetto utilizzo dei mezzi di finzione per rendere al meglio un'intenzione. bravi per questo anche steve buscemi e kyra sedgwick(che non avevo riconosciuto). molto ben inserita anche jena malone, autrice della bellissima canzone finale.

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