Trama
George, un uomo in declino, è costretto a venire a contatto con il sistema di aiuto ai senzatetto della città di New York. Senza altre ulteriori opzioni, cercherà di muoversi in un ambiente a lui molto lontano grazie all'aiuto di Dixon, un veterano che sta cercando di riallacciare i rapporti con l'estraniata figlia Maggie.
Approfondimento
GLI INVISIBILI: NEL MONDO DEI SENZATETTO
Scritto e diretto da Oren Moverman, Gli invisibili racconta la storia di George, un uomo sempre più disperato la cui vita va a rotoli. Con nessuno a cui rivolgersi, George si ritrova alla deriva per le strade di New York e, dopo aver esaurito tutte le possibili opzioni per un alloggio, si rifugia al Bellevue Hospital, il più grande centro di accoglienza di New York per uomini senza fissa dimora. Qui, in un ambiente difficile, sconcertante e pieno di anime in pena, stringe amicizia con uno stagionato conoscitore della struttura, cominciando a ritrovare la speranza di riallacciare i rapporti con la propria figlia.
Con la direzione della fotografia di Bobby Bukowski, le scenografie di Kelly McGehee, i costumi di Catherine George e le musiche supervisionate da Stephanie Diaz-Matos, Gli invisibili ha per protagonista l'attore Richard Gere, irriconoscibile nei panni disperati di George, un uomo costretto a vivere circostanze che nessuno vorrebbe mai sperimentare. Rimbalzando da una situazione all'altra, George è pressoché invisibile agli occhi degli abitanti della città che lo circondano. A spiegare meglio le intenzioni di Gli invisibili sono le parole del regista Oren Moverman: «Tutto è cominciato quando ho incontrato Richard Gere a una festa. Ci conoscevamo dai tempi di Io non sono qui e mi ha parlato dei progetti che stava cercando di mettere in atto. Uno di questi mi ha affascinato perché era molto vicino al soggetto già pronto firmato da Jeffrey Caine ma ho voluto lavorarci sopra per inserire le preoccupazioni e le tematiche su cui io e Richard volevamo fare il punto. Ne è venuta fuori la storia di un uomo che finisce in un centro per senzatetto, un punto di partenza insolito per raccontare di una catarsi.
Proprio come accaduto con Oltre le regole. The Messenger e Rampart, i miei precedenti film ispirati a eventi reali, è stato per me importante parlare con persone che avevano vissuto la reale esperienza che mi accingevo a filmare. Volevo capire come ci si sente a non avere nulla: così, io e Richard ci siamo recati insieme nei centri per i senzatetto, abbiamo parlato con la gente, i volontari e tutti coloro che lavorano con i barboni.
Richard voleva da tempo realizzare il film. Era determinato a raccontare una realtà spesso dimenticata e a interpretarne il protagonista. Era per ciò essenziale trovare qualcuno da affiancargli che condividesse lo stesso amore per il progetto. Kyra Sedgwick, ad esempio, nell'accettare il ruolo di una donna senza fissa dimora ha voluto parlare con donne che conoscevano quel mondo da vicino, tirando fuori un personaggio molto realistico.
Empatia e compassione sono gli unici elementi di Gli invisibili che ci hanno guidato. Raccontiamo la storia di una persona a cui di solito non prestiamo attenzione dal momento che in una grande città come New York chiunque è troppo impegnato con il proprio dramma da vivere. Con il film, chiediamo per una volta di prestare attenzione a chi ci circonda - è già questo un atto di compassione - con la speranza che alla fine si guardi in maniera diversa a chi per mangiare fruga in un bidone della spazzatura.
Potrei definire Gli invisibili un'opera di osservazione, qualcosa di sperimentale. Dopotutto, è un lungometraggio che permette di trascorrere del tempo con qualcuno che mai avvicineremmo se non fossimo nella sua stessa identica condizione. Non forniamo risposte ma ci sono molte domande. Non ci sono cattivi e non ci sono buoni: al centro del film, ci sono solo gli esseri umani».
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Commenti (8) vedi tutti
L'inizio è ben fatto ed accattivante. Da metà film in poi si scivola nella brodaglia ed infine nel nulla. Peccato. 5-
commento di BradyQuasi un docu-fiction, interpretato alla grande da Gere, che rende però la materia fin troppo edulcorata ed ottimista. Voto 6.
commento di ezzo24Ipad e fratelli, visioni e scansioni veloci e superficiali stanno travolgendo anche le visioni che che chiedono meditazione e silenzio, immersione e com-passione. E' il caso di Invisibili, opera attenta e meditata che meriterebbe più passaggi e non l'essere relegata in angoli bui dei palinsesti
commento di GATDiciamo che e' un Film di Denuncia ben impostato,con un buon e notissimo Attore a fare da contr'Altare alla Storia ma proprio questa non prende piu' di tanto e alla fine la si puo' dimenticare frettolosamente.voto.4.
commento di chribio1Riprese nascoste dietro vetrate,quasi il regista volesse fare un documentario,Gere e' bravo ,ma l'opera mi ha lasciato perplesso....molto perplesso.Voto 5.5.
commento di eziorealistico e doloroso
leggi la recensione completa di Furetto60L'America di Moverman è quella marginale e sconfitta della Kelly Reichardt di Old Joy e Wendy and Lucy, un paese delle opportunità non andate a buon fine e di una ricerca di valori umani (l'amicizia, l'amore filiale, l'attaccamento al proprio cane) che sembrano gli unici antidoti ad un nichilismo esistenziale da cui non pare esserci scampo.
leggi la recensione completa di maurizio73Lento macchinoso......il tipico film fatto per l'attore che lo deve interpretare....giusto perché si chiama Richard Gere altrimenti sarebbe passato nel dimenticatoio.
commento di ripley2001