Regia di Felice Farina vedi scheda film
Dopo l’annuncio della chiusura della fabbrica, l’operaio Pannofino sale su una torre per protesta. Lo segue il sindacalista Citran, che vorrebbe impedirgli di fare scemenze. Sono uniti da anni di “lavoro” insieme e separati da ideologie demodé, di destra il primo, di sinistra il secondo. Li raggiunge il guardiano Gabardini, che in modo un po’ ossessivo cita, a beneficio del dibattito tra i due e dello spettatore, gli eventi che hanno cambiato l’Italia dal 1978 (anno della sua nascita e dell’affaire Moro) al 2010 (con ancora Berlusconi dominus della scena). In gran parte rivissuti e rivisti attraverso inserti documentaristici. Felice Farina con coraggio da leoni si ispira al libro di Enrico Deaglio Patria, e per renderlo il più possibile narrativo, s’inventa la cornice, la torre, i due personaggi manichei più uno borderline. L’idea di concentrare su tre uomini diversamente marginalizzati dalla storia la coscienza (perduta, mantenuta o ritrovata) degli eventi che quella stessa storia hanno modificato, in peggio, è interessante. Rende anche più umanista l’impianto drammaturgico altrimenti (solo) programmatico. Resta però espediente debole rispetto all’ambizione di raccontare al cinema un libro-monstre come quello di Deaglio, magmatico e contraddittorio come possono (e forse devono) essere le letture di un periodo così complesso ed esteso come quello italiano degli ultimi 30 anni.
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