Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film
L'australiano del titolo è Charles Crossley (un superbo Alan Bates), un uomo internato in una clinica psichiatrica dopo quasi vent'anni trascorsi tra gli aborigeni australiani, da cui ha appreso un'oscura tecnica per concentrare la propria forza e le pulsioni represse in un micidiale urlo capace di uccidere: già da queste premesse è possibile cogliere la portata delirante di questo affascinante e prodigioso incubo visionario del polacco Jerzy Skolimowski, qui in trasferta britannica, tratto da un racconto di Robert Graves e scritto da Michael Austin in collaborazione con lo stesso regista: un'opera ispirata e suggestiva, tra le più felici del suo autore, magicamente sospesa tra lucido apologo morale e dramma, atmosfere rarefatte e studio psicologico, assolutamente travolgente per rigore stilistico e forza espressiva e sorretta da un cast strepitoso (Alan Bates, Susannah York, John Hurt, Tim Curry, Robert Stephens). Magnifica la fotografia di Mike Molloy e superba la colonna sonora affidata a Tony Banks e Mike Rutherford dei Genesis. Premio speciale della giuria al Festival di Cannes (ex aequo con Ciao maschio di Ferreri).
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