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L'australiano

Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film

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La recensione su L'australiano

di BLUKLEIN
8 stelle

Favoloso incrocio di cinema onirico e dramma familiare, sostenuto da una regia che mette sullo stesso piano paesaggio ed esseri umani.
Il valore del sogno e dei riti "aborigeni" conferisce al film la medesima "aura" di PICNIC AT HANGING ROCK e THE LAST WAVE.
La storia d' amore tra Bates e la York, poi, assume i toni di un "horror" magico ed è raccontata alternando riprese d' interni e natura "nemica", o, perlomeno, capace anch' essa di "sentire" gli sconvolgimenti dell' animo dei protagonisti.

Sulla trama

Stranissima-inquietantissima-coinvolgentissima.

Sulla colonna sonora

Assai azzeccata: i Genesis, già senza Gabriel, danno il meglio senza la vocetta di Collins. Tony Banks trattiene il suo "romanticismo" posticcio, mettendosi al servizio di natura, paesaggi etc.

Su John Hurt

Vittima assoluta, un viso incredibile che presterà al primo "padre" di Alien e ad Elephant Man (!!!). Una sofferenza continua, ma che non deborda mai. Dio della recitazione.

Su Susannah York

Anche lei, inquietante e domestica at the same time.

Su Alan Bates

Scuola inglese alla Oliver Reed, dei inarrivabili degli anni '60-'70. Facce che oggi non esistono più, facce truci, assolutamente uniche, specchio fedele di attori "vissuti", usciti dalla scuola di teatro e catapultati nel retro di un pub. Oggi fai fatica a distinguere tra loro mtv-like-baby-faces insulse, trascinate da attorucoli senza personalità e senza qualità.

Su Jerzy Skolimowski

Libertà creativa transnazionale tipicamente Sixties. Una specie di Polanski più bizzarro e discontinuo, ma capace come pochi di raccontare storie di gruppi che attraversano crisi di natura varia ed eventuale.

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