Regia di Anthony Mann vedi scheda film
«Ben dice che a te non piace nessun posto. Sai cos'altro ha detto? Che non ti piace neanche la gente»
«E perchè mai dovrebbe piacermi?»
«Perchè se la gente non ti piace, tu non piacerai a loro, e ti sentirai solo come... beh come lui!»
«Oh lui, certo. Forse gli piace stare solo, ci hai pensato? Non chiede niente perché sa badare a sè stesso, non si fida di nessuno così non soffre. Non è una brutta vita».
Jeff Webster (James Stewart), ricercato per omicidio a Seattle, è in viaggio con l'anziano compare Ben (Walter Brennan) verso l'Alaska, dove deve consegnare alcune mandrie. Durante il viaggio via mare, fa la conoscenza di Rhonda (Ruth Roman), la bella e determinata proprietaria di un saloon, e della giovane René (Corinne Calvet), che cerca di comprendere il suo animo tormentato. Giunto a Skagway, in Alaska, Jeff ha subito modo di scontrarsi con lo sceriffo Gannon (John McIntire), che spadroneggia in città ed amministra la legge in modi alquanto arbitrari. Con l'aiuto delle due donne, Jeff riesce a varcare la frontiera canadese e a giungere a Dawson, piccolo villaggio di minatori ancora immacolato, dove riesce a vendere la sua mandria e a comprare una piccola concessione mineraria. Ma ben presto anche Dawson subisce l'orda di violenza causata dalla sete d'oro, e nel villaggio giunge Gannon insieme ai suoi bravi, deciso ad imporre la sua legge.
Quarto capitolo della pentalogia western diretta da Anthony Mann ed interpretata dal suo attore-feticcio James Stewart, Terra lontana (The Far Country, 1954) viene considerato da molti come una delle vette assolute di questa collaborazione, nonché come una delle più grandi opere del cinema americano. La produzione torna alla Paramount, dopo la parentesi-Mgm de Lo sperone nudo, e la sceneggiatura nelle mani del grandissimo Borden Chase, che firma uno dei suoi copioni più belli di sempre. Terra lontana diventa quindi un'opera stratificata e ambiziosa, aperta a più sottotesti morali. Il tema predominante è stavolta il senso di responsabilità del singolo nei confronti della collettività, messo a dura prova da un protagonista apparentemente egoista, restìo ad occuparsi dei fatti altrui. «Io non bisogno degli altri, non ho bisogno di aiuto. So badare a me stesso. E se dovesse servire, io saprei badare anche a te», dice Jeff al vecchio Ben, l'unico del quale l'uomo si fidi e l'unico al quale è affezionato. Ma saranno gli eventi a determinare una svolta nell'animo di Jeff, che troverà solo nel finale la forza di opporsi al sanguinario tiranno Gannon. In questa ottica è facile scorgere anche una tematica politica, legata ad una idea di resistenza necessaria nei confronti di un potere oppressore e dittatorio. Ma è l'umanesimo che interessa a Mann e a Chase, la concezione dell'uomo e del suo viaggio spiritico verso una concezione finalmente salvifica e "giusta". Jeff Webster diventa così il più enigmatico dei personaggi interpretati da Stewart in questa pentalogia, quello più contraddittorio. Ed il grandissimo interprete regala una prova memorabile, imbrigliato da una impotenza che si è auto-imposto: basta vedere la sua espressione repressa attraverso una espressione facciale, ma anche del corpo, continuamente tesa verso un rifiuto ad agire.
Terra lontana è un'opera indimenticabile, preludio a quello che sarà probabilmente il capolavoro definitivo di Mann, ovvero L'uomo di Laramie. Film che ha il potere di crescere ad ogni sua revisione, fino a guadagnarsi la fama di capolavoro che gli è stata giustamente attribuita. Se la prima parte è preparatoria e prevalentemente descrittiva di personaggi e situazioni anche ironiche (grazie anche all'ottimo Walter Brennan), è nella seconda che la tensione, sempre costante ma soffusa, esplode violentemente nelle coscienze di chi guarda. Anthony Mann la governa magistralmente, sia nelle sequenze in interni (nelle quali prevalgono i piani stretti sui personaggi) sia nelle magnifiche e panoramiche sequenze in esterni, che costituiscono alcune tra le più belle mai dirette da questo grandissimo regista. Strepitoso è il finale: nel buio della cittadina di Dawson, si ode in lontananza un campanellino. E' il segnale dell'arrivo di Jeff, pronto a regolare i conti. E, dopo una furente sparatoria, l'inquadratura finale sulle mani di James Stewart. Forse finalmente hanno trovato la stabilità e la pace che cercavano.
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